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Diritto di sciopero o disordine sociale?

Come premessa vorrei se mi permettete, raccontare la mia giornata di venerdì 18 ottobre nella quale è stato indetto uno sciopero degli operatori della scuola. Alle 08.30 arrivo alla scuola primaria accompagnando i miei primi due figli. La prima fa la quinta il secondo la terza; mi dicono che è tutto a posto: gli insegnanti della mattina ci sono, ma non è dato sapere se siano presenti anche quelli del pomeriggio, cosi dovrò chiamare alle 12.30 ora del cambio turno.

Diritto di sciopero o disordine sociale?

Di: Redazione Sardegna Live


 

Come premessa vorrei se mi permettete, raccontare la mia giornata di venerdì 18 ottobre nella quale è stato indetto uno sciopero degli operatori della scuola.

Alle 08.30 arrivo alla scuola primaria accompagnando i miei primi due figli. La prima fa la quinta il secondo la terza; mi dicono che è tutto a posto: gli insegnanti della mattina ci sono, ma non è dato sapere se siano presenti anche quelli del pomeriggio, cosi dovrò chiamare alle 12.30 ora del cambio turno. Lasciata la scuola primaria ci trasferiamo con le piccoline alla materna, sono ormai le 08.45. Sul cancello la bidella gentilmente mi informa sulla situazione: le insegnanti del mattino hanno scioperato, potrò chiamare alle 11.00 per sapere se quelle del pomeriggio faranno altrettanto.

Rassegnato torno a casa con le piccole, di andare a lavoro ormai non se ne parla, trovare chi mi può tenere le bimbe a quell'ora è un impresa. Cosi chiamo per disdire o rinviare gli impegni presi, l'ufficio e cosi via. Alle 11.00 il telefono della scuola risulta occupato, cosi, rimesso grembiule e zainetto sulle spalle, ripartiamo. Questa volta le insegnanti ci sono ed anche il servizio mensa mi dicono essere assicurato. Decido di andare in ufficio e ci arrivo intorno alle 11.30. Alle 12.00 ricevo una telefonata dalla scuola materna: "mi dispiace Sig. Carboni, purtroppo la ditta d'appalto della mensa, saputo dello sciopero, non ha garantito il servizio, dovrebbe pertanto prendere le bimbe verso le 12.30". Furibondo parto dopo 10 minuti ed arrivo trafelato; in pochi minuti dovrò prendere le bimbe ed andare alla primaria dagli altri due per capire se gli insegnanti del pomeriggio faranno sciopero. Arrivo con un pò di ritardo, incontro altri genitori che mi dicono che parrebbe tutto a posto, gli insegnanti ci sono ma solo fino alle 13.30 ora di un'altro cambio di maestro. Ci vorrebbe una damigiana di camomilla, ma si che sono un padre responsabile, torno a casa e preparo il pranzo per le piccole. Alle 13.30 si torna di corsa al centro del mondo: il turno è garantito anche questa volta; i bambini usciranno alle 16.30 come sempre.

Credo di aver sonoramente rischiato di annoiare il lettore, con una storia da "tassinaro" lunga, ma necessaria per condividere le difficoltà di una famiglia dove entrambi i genitori lavorano e si scontrano con una giornata in cui gli operatori della scuola esercitano un loro sacrosanto diritto.

Un diritto garantito dalla costituzione pertanto inviolabile; cosi non fosse rischieremo altrimenti un passo indietro nella conquista dei diritti inalienabili dell'uomo. Nessuno oggi si sognerebbe quindi di metter neppure minimamente in discussione un cosi fondamentale diritto conquistato con le lotte, spesso con il sangue dei lavoratori, che in tempi lontani più che esseri umani erano considerati oggetti, da prendere in locazione alla bisogna, per poi gettarli via come vecchi stracci.

Come tutti i diritti però, che devono essere esercitati in modo tale da non ledere i diritti altrui, anche quello di sciopero dovrebbe essere organizzato. Altrimenti si rischia, come nel caso di specie, di causare ciò che oserei definire piuttosto un "disordine sociale".

Ecco è questo il punto: il disordine che si può tradurre anche in "disorganizzazione premeditata allo scopo di creare disagio all'ambiente che ci circonda".

Ciò che mi sento dire spesso dalle insegnanti, che si rifiutano di comunicarmi in anticipo la loro intenzione di scioperare o meno, è che senza disagio lo sciopero non funziona. In effetti se io lo sapessi dal giorno prima, potrei organizzarmi magari con una baby sitter, oppure sarebbe mia moglie a prendere un giorno di ferie, oppure ancora eviterei di prendere appuntamenti con clienti o fornitori che magari arrivano da chissà dove per incontrarmi.

"Il disagio quindi,  e il disordine quale strumento di lotta e di condivisione con chi ci circonda dei problemi per i quali si protesta",. Mah sarà!! Però scommetterei con gli scioperanti che almeno il 90% dei genitori non saprebbe spiegarmi i motivi che spingono allo sciopero.

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