La casetta di marzapane, due bambini sperduti nel bosco e una strega cattiva che voleva mangiarli con l'inganno: chi non conosce la famosissima fiaba dei fratelli Jacob e Wilhelm Grimm, "Hansel e Gretel"?

Pubblicata per la prima volta nel 1812, è sicuramente una delle più celebri della tradizione europea che narra sì di caramelle e i dolciumi, ma anche di paura, fame e sopravvivenza.

LA TRAMA

Nel racconto, i fratellini Hansel e Gretel, orfani di madre, vengono abbandonati per due volte dalla matrigna, all’insaputa del padre, in una fitta foresta, a causa della miseria. La prima volta riescono però a tornare a casa perché Hansel semina il percorso di sassolini che li aiutano a ritrovare la via di casa, mentre la seconda volta, utilizzando le briciole di pane al posto dei sassolini, non hanno la stessa fortuna in quanto gli animali selvatici le mangiano tutte, e i bimbi si perdono. Dopo giorni di vagabondaggio, trovano una casetta fatta di marzapane, abitata da una strega che inizialmente si mostra gentile e ospitale, ma poi li cattura per mangiarli. Con astuzia, i bambini riescono a uccidere la strega e tornano a casa con un tesoro.

DA DOVE NASCE LA STORIA?

Questo racconto tanto cupo, secondo gli esperti di folklore, affonda le radici in un contesto di fame e povertà. Secondo le indagini condotte dal Story Museum di Oxford insieme a studiosi di letteratura tedesca, la fiaba riflette situazioni di carestia che hanno afflitto l'Europa medievale, in particolare durante la Grande Carestia del 1315-1317, un periodo in cui molte famiglie si sono trovate costrette ad abbandonare i propri figli poiché non erano più in grado di sfamarli.

Un articolo pubblicato dal Climate in Arts and History Project del Smith College mette in luce come molte leggende popolari tedesche presentino il tema dell'abbandono dei bambini nel bosco come estremo tentativo di sopravvivenza collettiva. In questo contesto, la figura della strega rappresenta una sorta di "madre malvagia", simbolo della fame che divora i più indifesi.

COME I FRATELLI GRIMM TRASFORMARONO IL RACCONTO

Jacob e Wilhelm Grimm non inventarono la fiaba su Hansel e Gretel da zero, ma raccolsero vari spunti da tradizioni orali, presumibilmente provenienti dall'Assia (Hessen), e la reinterpretarono per conformarsi ai valori morali dell'epoca ottocentesca.

In alcune versioni precedenti, è la madre naturale dei bambini ad abbandonarli nel bosco e non una matrigna malvagia, dettaglio che i Grimm modificarono per rendere la storia più accettabile per il pubblico del tempo.

Tuttavia, diversi elementi iconici come la casa di marzapane e la strega che cuoce i bambini nel forno rimasero intatti, rappresentando potenti immagini cariche di simbolismo e inquietudine.

LA "VERA" ( O NO) STORIA DI HANSEL E GRETEL

Nel 1963, il vignettista tedesco Hans Traxler pubblicò un libro intitolato "Ossegg oder Die Wahrheit über Hänsel und Gretel" ("Ossegg la verità su Hänsel e Gretel"), presentandolo come il risultato di un'inchiesta scientifica, basata su fatti di cronaca.

Traxler raccontò che Georg Ossegg, presunto archeologo dilettante, avrebbe scoperto succosissimi dettagli su Hans e Grete Metzler, fratelli secondo lui vissuti nel XVII secolo, che sarebbero stati coinvolti nell'omicidio di una donna, abile pasticcera, per rubarle la ricetta del panpepato.

Hansel e Gretel non sarebbero quindi stati due bambini, ma due adulti che avrebbero prima strangolato e poi messo dentro un forno la donna.

Secondo la storia del vignettista, l'archeologo dilettante avrebbe trovato i resti del corpo carbonizzato nella casa in mezzo al bosco, dove la donna si sarebbe trasferita per vivere lontana dalla società.

I metodi narrati nel libro ricordano l’archeologia classica (scavi, documenti, “prove”) per dare credibilità alla tesi, con tanto di fotografie, presunti documenti, e una dettagliata ricostruzione degli eventi, convincendo molti lettori tedeschi che la fiaba di Hänsel e Gretel avesse una vera e propria origine horror e criminale, che i Grimm avessero adattato a fiaba.

Nonostante ciò, fonti come Atlas Obscura e Encyclopaedia Britannica hanno rivelato in seguito che l'intera vicenda era in realtà un artificioso trucco letterario ideato da Traxler. Sia Ossegg che i fratelli Metzler non sono infatti mai esistiti. Lo scrittore stesso avrebbe confessato che si trattava di una satira per far credere ai lettori che dietro le fiabe ci fossero storie autentiche.

Quindi, la narrazione autentica di Hansel e Gretel non ha una base reale, ma esiste una verità simbolica e storica: la fame, la paura di essere abbandonati, la resilienza dell'infanzia.

Il racconto dei fratelli Grimm non racconta un crimine, ma riflette un sentimento condiviso che si tramanda nel tempo: la paura della povertà e la speranza che, anche nelle situazioni più difficili, ci sia sempre un modo per ritrovare la strada di casa.