Il diavolo non lo vedi, ma c'è, intorno a noi. Se si presentasse col suo vero volto gli uomini fuggirebbero atterriti. Ma il diavolo si maschera, assume sembianze diverse, accattivanti, suadenti, rassicuranti: così ci inganna, plagia la mente umana e fa adepti per l'esercito del male. Il diavolo lo riconosci solo dalle tracce del suo passaggio, dalle orme lasciate sulla terra calpestata e ammorbata dai suoi fetidi zoccoli da caprone. Esiste il male ed esiste il bene: angeli e demoni. Sono fra noi, ci accompagnano nel lungo o breve cammino della vita. Ma la loro immagine non è quella della iconografia classica, ecco perché ci è difficile individuarli.

Bisognerebbe imparare molto presto a riconoscerli e distinguere gli uni dagli altri, per sapere chi sia il nostro compagno di viaggio. Eppure, talvolta, basta guardarsi intorno per vedere, chiarissimi, gli effetti di questa guerra che Satana ha dichiarato all'uomo e che attua servendosi dei suoi seguaci. Basta osservare la desolazione, la morte; boschi, pascoli, vigneti, animali, carbonizzati dalle fiamme, la terra ridotta ad un deserto di cenere, il silenzio dello sgomento. Ecco, sono davanti agli occhi le tracce del passaggio di Satana

 

La Sardegna purtroppo, bella e paradisiaca finché si vuole, con l’avvento dei mesi caldi, tra luglio e agosto in particolar modo, diventa un tizzone ardente incontrollabile. Migliaia di ettari di bosco e macchia mediterranea in fiamme nelle quattro province. Con piromani abbietti e scatenati, in mezzo alla noncuranza della gente, gli incendi dolosi con il gran caldo si moltiplicano a dismisura. Gli incendi si scatenano sempre in punti diversi e sempre nel momento peggiore. Sperare nella pioggia è troppo limitativo. Il levante soffia inesorabile, è vana la speranza che nessuno lasci accesa la brace.

Macchie nere e sterpaglie sono lo sconsolato panorama del dopo, laddove un tempo c’erano boschi e foreste, faggeti e uliveti, ginepri e mirtilli. Sono tutti danni incalcolabili che rimangono indelebili nel terreno e nelle coscienze di ognuno di noi. Il valore delle perdite, considerando però solo i beni stimabili, quindi ad esempio la produzione legnosa, il servizio ricreativo ed idrogeologico e la stabilizzazione del clima, a volte è incalcolabile. I dati danno le risposte che tutti sospettano: è l’uomo la causa dell’incendio. Il Corpo Forestale Sardo si è si rinforzato, anche con una struttura investigativa sul territorio, coinvolgendo direttamente la gente comune, ma non è bastato. Il Ministro dell’Ambiente aveva dato il via ad un piano che prevedeva il coinvolgimento anche degli obiettori di coscienza nelle attività di supporto ai centri antincendio, avvistamento, sorveglianza e rimboschimento. Le sigarette, le scintille incontrollate nelle giornate ventose hanno fatto il resto, e i boschi di macchia sono soppiantati da cespugli radi, con una desertificazione che avanza inesorabile.

Questa storia degli incendi, appiccati nelle zone ad alta densità turistica che ha flagellato la Sardegna nel periodo estivo, deve davvero terminare. L’esperienza drammatica di ogni anno e questo in particolare, in tutta l’isola, consiglia vivamente di riflettere su come trovare le normative adatte e soprattutto efficaci per contrastare quella che potrebbe diventare una vera e propria “industria del fuoco”. Disegni strategici mirano a deturpare il volto roseo del turismo sardo per incenerire per sempre la vetrina delle vacanze da sogno. Interessi speculativi dell’ecomafia e dell’ecocriminalità sono costantemente al vaglio di specifici approfondimenti investigativi. Quelli del fuoco sono colpi mortali alla macchina del turismo, oltre alle decine di ettari di bosco e macchia mediterranea che vanno inesorabilmente in fiamme. Un dazio davvero pesante che l’isola paga suo malgrado. Si richiedono pene molto severe per chi commette un vero e proprio attentato contro la natura, l’ambiente e il creato. Fino a quando durerà questo clima, ogni fiammifero acceso è un pericolo devastante.

Incendiari e piromani: sarebbe ora che venissero considerati come criminali di massima pericolosità sociale. È evidente la volontà di terrorizzare. I roghi sono pianificati, esplodono in una stessa zona in più punti. Incendiano le coste, impaur