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«Un incremento pari al 15 per cento delle procedure di cardiologia interventistica e la conseguente possibilità di trattamento di pazienti giudicati inoperabili mediante cardiochirurgia tradizionale e di lesioni coronariche sempre più complesse. Quindi l'adozione di nuove procedure come la valvuloplastica aortica percutanea per via radiale».
È quanto reso noto dalla struttura dell’Emodinamica e Cardiologia interventistica dell'Aou di Sassari diretta dal professor Guido Parodi. «L’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari – ha sottolineato il professor Parodi – svolge da molti anni per il Nord Sardegna un ruolo di riferimento in questa specialistica. Da circa un anno, l’attività è stata potenziata e implementata con l’aquisizione di nuove apparecchiature».
Sull’introduzione di nuove tecniche all’avanguardia come la valvuloplastica aortica percutanea per via radiale «Si tratta – ha spiegato – di una metodica in grado di dilatare la valvola aortica ristretta in anestesia locale passando dal polso senza aprire il torace, né pungere le arterie femorali, in pazienti a rischio operatorio proibitivo e con severe comorbidità. Viene effettuata in pochi centri in Europa e per la prima volta in Sardegna».
Questo tipo di procedure mini-invasive, che vedono protagonista il Dipartimento cardio-toraco-vascolare diretto da Pierfranco Terrosu, si affiancano a quelle per la sostituzione valvolare aortica chirurgica e percutanea, effettuate in collaborazione con la Cardiochirurgia diretta da Michele Portoghese.
La stretta sinergia dell'équipe multidisciplinare, cardiologica e cardiochirurgica, permette all'Aou di Sassari di avviare il trattamento delle valvulopatie con procedure meno invasive e più sicure. Per l’Aou, «Il rischio operatorio diventa minimo, la precoce mobilizzazione del paziente e un minor tempo di degenza riducono invece la spesa sanitaria».
«Lo stesso percorso – ha aggiunto Parodi – è stato anche applicato all’interventistica coronarica percutanea con gli interventi di angioplastica e impianto di stent coronarici che sono stati condotti negli ultimi mesi quasi totalmente per via radiale, cioè partendo dal polso. Questo ha comportato una riduzione delle complicanze perioperatorie e una riduzione dei tempi di degenza ospedaliera».
La struttura sassarese, infine, grazie a una serie di collaborazioni con prestigiosi centri nazionali e internazionali, ha avviato importanti ricerche cliniche mirate a migliorare le procedure interventistiche stesse e le terapie farmacologiche per i pazienti cardiopatici.