Fu un mozzicone di sigaretta caduto nei garage sotterranei attraverso una griglia a causare l'incendio che il 19 luglio 2017 distrusse la palazzina di via Vittorio Emanuele ad Alghero. Fu un disastro: 49 famiglie, 140 persone, furono evacuate e da allora sono senza casa. I danni sono stati quantificati dai periti nominati dalla Procura di Sassari in 10 milioni di euro, ma la cifra potrebbe aumentare.

Quando carabinieri e vigili del fuoco intervennero sul posto capirono subito che la situazione era drammatica. Le fiamme che uscivano dai locali sotterranei della palazzina lambirono presto un emporio di Risparmio Casa posto ai piedi dell'edificio venendo ulteriormente alimentate da detersivi e altri liquidi contenuti nel negozio. L'incendio venne domato solo alle 17 dell'indomani lasciando un rudere di quell'edificio di appena dieci anni di vita.

Otto persone, negli anni, sono state iscritte nel registro degli indagati. Le compagnie assicurative e le scarse condizioni di sicurezza della struttura sono state al centro delle indagini. Ora che la perizia è stata eseguita bisognerà capire quali saranno le decisioni della Procura sassarese nei confronti del rappresentate legale della Rica Gest, Stefano Battistelli. Stefano Gaudisio della medesima società; Stefano Pischedda, capo area responsabile dei punti vendita; Antonio Distinto e Ilaria Nieddu, vice responsabili del punto vendita di Risparmio Casa; Alberto Iole, progettista dell'impianto di condizionamento del supermercato; Domenico Foderaro, legale rappresentante della ditta installatrice; Pierpaolo Demontis, rappresentante della ditta incaricata della manutenzione. L'accusa è di aver causato un incendio colposo per il malfunzionamento dell'impianto di condizionamento che, fu ipotizzato all'epoca, avrebbe causato l'incendio. Ma le novità emerse dall'incidente probatorio potrebbero aprire nuovi scenari sull'inchiesta.