La protesta si sposta dalla scuola al Municipio. Nei paesi della Barbagia e del Mandrolisai gli abitanti rivendicano con azioni di protesta di vario genere il diritto all'istruzione dei loro figli.

Un centinaio di studenti di tutte le classi del tecnico industriale “Antonio Gramsci”, insieme ai loro genitori e a diversi cittadini, hanno occupato ieri mattina pacificamente l'aula consiliare del Comune per lanciare ancora una volta l'appello, sempre più accorato, alle istituzioni. La tanto attesa comunicazione sull'avvio della prima classe dell'Istituto tonarese non è arrivata. Il silenzio del Provveditorato al quale genitori e studenti si erano rivolti fiduciosi indirizzando le proprie speranze, ha gelato le aspettative.

«Sono trascorsi cinque giorni dall'inizio della protesta – dice Remo Dearca, genitore di un ragazzo iscritto alla prima classe – e nessuno ci ha dato una risposta concreta. Noto una certa sfiducia della gente nei confronti delle istituzioni ma anche, con soddisfazione, l'interesse del paese per la nostra scuola e la ritrovata consapevolezza che solo con la nostra lotta conseguiremo l'obiettivo».


IL BISTURI FA MALE Non avendo raggiunto la soglia delle 18 iscrizioni, come previsto dal regolamento, ed essendosi fermato a 16 il numero dei giovani che hanno scelto di frequentare il corso per l'indirizzo chimico che prevede l'elaborazione e l'attuazione di progetti relativi ai materiali tecnologicamente avanzati, le forbici sembrerebbero sempre più taglienti, ai danni di un territorio che apre un'altra falla di precarietà.

L'anno scolastico è già iniziato ma i ragazzi coinvolti nella vicenda non hanno ancora una risposta definitiva sul futuro che li aspetta, seppur animati dall'auspicio che la protesta possa portare a ridefinire la decisione a loro vantaggio. La comunità tonarese è compatta nel difendere la causa a supporto del diritto all'istruzione.
Roberto Tangianu