Passeggiando per le vie del piccolo paese di Ussana, in questo periodo si viene inebriati dal profumo del mosto che viene a fermentare. Quasi ogni famiglia è coinvolta dalla vendemmia e dalla successiva produzione di diverse varietà di ottimo vino.

Per questo motivo l'amministrazione comunale, insieme alla Pro-Loco e l'Unione dei Comuni del Basso Campidano, ha deciso di rispolverare una manifestazione che per alcuni anni è stata snobbata e che in questi giorni ha rivisto il suo splendore.

Quale sfondo della manifestazione, l'antichissima chiesetta di San Saturnino del XII secolo, che ha fatto da cornice ad una serie di iniziative dedicate al tema della vendemmia che a Ussana, con circa 400 ettari di vigneti, risulta fondamentale. Un polmone per l'economia del paese, ma anche un sapore d'antico che non si vorrebbe abbandonare.

La 4 giorni è iniziata il giovedì appena trascorso con il coinvolgimento delle scuole. Ragazzi e bambini per un giorno hanno lasciato i banchi di scuola per assistere, nella cantina di Ussana, al procedimento di produzione del Nuragus piuttosto che del Monica.

Il sabato, anche grazie ad un'ottima carne di vitello cotta allo spiedo nelle vie del centro, ha visto affluire visitatori di ogni dove. Attratti, oltre che dal profumo dell'arrosto e dai malloreddus gentilmente offerti, dalla curiosità per i prodotti locali. Dai cestini tradizionali di canna agli ottimi salumi, dall'ottimo formaggio alle composizioni confezionate con cura dall'esperta fioraia, dalla fregola ai malloreddus nati dalle sapienti mani di esperte signore del paese. Non poteva mancare l'assaggio del vino di produzione propria. Da tanti portoni in perfetto stile campidanese spuntava il banchetto con relativo produttore, pronto ad offrire un poco di questo nettare di Bacco ussanese.

Ad allietare la serata, dal palco sono risuonate le note in ricordo di Andrea Parodi, ma il clou è stato il pomeriggio con la sfilata dei costumi sardi. La partecipazione de “Sos Corriolos di Neoneli” ha coinvolto la folla festante, che di buon grado ha accettato di dipingersi la faccia col carbone in stile “Mercoledì delle ceneri ovoddese”. Ma la vera particolarità sono stati i vecchi vestiti dei contadini, abiti ormai sepolti, ma veri accompagnatori della quotidianità di un tempo passato, ormai quasi del tutto dimenticato.

Ancora per oggi, ultima giornata della manifestazione, si potrà assistere a numerose iniziative nelle vie del centro storico e piccoli assaggi offerti nei “portonis opertusu” delle suggestive case campidanesi.