Una comunità stordita dal dolore, quella di Orune, ha saluto il piccolo Alessandro Zamarripa Delgado, morto a soli tre mesi in seguito al terribile incidente stradale avvenuto domenica scorsa, 17 marzo, sulla SS 125 a Cala Liberotto, vicino a Orosei.

Ieri pomeriggio, la piccola bara bianca è entrata nella parrocchia S. Maria Maggiore, seguita da mamma Angelica Farina, seduta su una carrozzina per le ferite riportate, e da papà Cesar.

Forte l’omelia di Don Andrea, che si è rivolto direttamente al piccolo Alessandro e che riportiamo qui di seguito:

“Ciao Alessandro siamo qui in tanti per salutarti e io ti parlo a nome di tutti. Forse stai giocando con gli angeli in cielo in questo momento e mi dispiace interrompere il gioco, ma vogliamo dirti qualcosa di importante. La tua vita qui sulla terra era appena sbocciata, ti sentivi sicuro e protetto tra le braccia di mamma Angelica e di papà Cesar, avevi regalato loro la gioia di essere genitori. Qualche settimana fa ho avuto la possibilità di conoscerti insieme con loro, avevamo già fissato la data del tuo battesimo per la prossima estate. Tu dormivi tranquillo nel passeggino e mamma mi diceva che sei un bambino dolcissimo e dai suoi occhi si capiva che la sua gioia era immensa, era tanto orgogliosa di te.

Avantieri sera, quando è arrivata la notizia che sei volato in cielo, tutti siamo rimasti sconfortati, senza parole: il tuo papà, la tua mamma e i tuoi familiari avevano ancora bisogno di te, del tuo affetto, volevano vederti crescere e diventare grande, dare loro tante soddisfazioni. Qualcuno potrebbe pensare che ti è stato impedito di entrare nel futuro, ma tu ora sei un angelo e hai un bellissimo nome, non lo devi dimenticare: Alessandro significa "difensore - protettore degli uomini". Hai un compito molto importante: devi continuare a proteggere mamma e papà, nonna e tutta la famiglia, devi sorridere e dire loro che il dolore e lo sconforto non sono l'ultima parola, che tu sei sempre vicino, ogni giorno sarai vivo nel loro cuore. Sai, una volta Gesù ha detto: «Lasciate che i bambini vengano a me, a chi è come loro appartiene il regno di Dio» (cfr. Mc 10,13). Sarà Gesù a guidare i tuoi primi passi nel cielo, ti abbraccerà sempre quando ne avrai bisogno, come -racconta il vangelo - lui faceva con tutti i bambini. Alle porte del cielo, se ti ricordi, ti ha accolto Maria: tu hai già sperimentato e sai che il cuore di una madre è lo spazio privilegiato in cui ogni bambino cerca e trova la sua casa, la sua sicurezza, il suo conforto nel pianto. E con lei San Giuseppe, che ti ricorderà di guardare sempre dal cielo verso tuo babbo e aiutare lui e tua mamma in questo tempo di buio nell'anima. Forse non c'è bisogno che te lo dica: sono certo che appena arrivato in cielo hai preso Dio per mano e Gli hai chiesto di consolare i tuoi genitori. Proprio loro che ti hanno dato la vita e si sono spesi fino in fondo per il tuo bene, oggi hanno ancora bisogno di te! Prima di ritornare a giocare, guarda anche verso le tante persone che in questi giorni ti hanno pensato e hanno versato lacrime: insegna a loro e anche a me che tu ora sei vicino a Dio e che ci aiuterai a custodire, come ha fatto San Giuseppe, il tesoro più prezioso che sono le nostre famiglie e a ricordare che ogni istante della nostra esistenza è un dono grande. Ciao Alessandro! Ci vediamo in cielo!". Don Andrea