La discriminazione, il mobbing psicologico identitario e le conseguenze conducibili alla repressione dell’immaginazione e all'auto annientamento. Una vertigine per illustrare un germe che si annida ovunque ma che proprio nei licei scolastici, in quell’età in cui ogni futuro sembra possibile, stabilisce il suo paradosso smascherando i perimetri del gregge che diventeremo. E' un massacro a cinque voci chiamato bullismo omofobico.

Su queste premesse, arriva sul palcoscenico del Teatro Massimo “Still life”un lavoro di Stefano Ricci e Gianni Forte, presentato al ventennale del Festival Garofano Verde al Teatro Argentina di Roma nel giugno 2013.

"È un manifesto politico per uno Stato che permette una strage, e risponde con l’indifferenza". 

Così i due autori, meglio noti sulla scena europea come ricci/forte, parlano del loro lavoro, un omaggio per ricordare, fra le tante vittime, l'adolescente romano che si è tolto la vita impiccandosi con la sua sciarpa rosa.

Il teatro, grazie alla sua capacità di esaltare il potenziale che vive grazie alle differenze tra esseri umani, diventa uno strumento con cui comunicare nuovi modi di osservare la realtà, nel rispetto delle scelte e delle nature dei singoli.

L'appuntamento è per sabato 11 alle ore 21 e in replica domenica 12 alle ore 19.