Parole criptiche, incontri di persona e pagamenti dissociati dalla cessione della droga erano alla base del loro modus operandi, con il quale erano riusciti a centralizzare sul territorio di Bonorva il mercato illegale degli stupefacenti fino ad allora poco esplorato e ramificato.

È quanto emerso dall’operazione convenzionalmente denominata “KM 170” dei Carabinieri della Compagnia di Bonorva che all’alba di questa mattina, con il supporto di militari del Comando Provinciale di Sassari, Lo Squadrone Eliportato Cacciatori di Sardegna ed il Nucleo Cinofili, hanno dato esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P del Tribunale di Sassari nei confronti di 7 indagati e notificato l’informazione di garanzia ad altri 10 indagati per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso. Nello specifico, si è provveduto a sottoporre alla misura degli arresti domiciliari 5 indagati (S.G cl. 87 di Bono, T.A cl. 78 di Bonorva, S.G cl. 91 di Bonorva, M.G cl. 82 di Bonorva, F.G cl. 93 di Bonorva) nonché all’obbligo di dimora altri 2 (D.M cl. 93 di Giave, S.S cl. 93 di Bonorva).

L’operazione, condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Bonorva sotto la direzione diretta del Sostituto Procuratore della Repubblica di Sassari, Dott. Giovanni Porcheddu, è durata circa un anno ed è partita in seguito al rinvenimento di circa 400 grammi di marijuana in una casa cantoniera del Comune di Giave. I militari, come da loro spiegato, utilizzando le tradizionali tecniche d’indagine quali pedinamenti ed osservazioni nonché quelle di tipo tecnico hanno potuto accertare e ricostruire una rete di soggetti dediti all’attività di spaccio operante sul territorio di Bonorva e non solo. Gli stessi, infatti, dopo aver creato saldi legami con altri correi dimoranti nel Comune di Bono e Alghero acquistavano lo stupefacente sia del tipo marijuana che cocaina per immetterlo principalmente nel mercato Bonorvese, specializzandosi sempre più nel garantire un prodotto di qualità e nel fidelizzare con gli assuntori dai quali la domanda diveniva sempre più incessante.

Inoltre, nel corso delle indagini, sempre come fatto sapere dai carabinieri, si è avuto modo di appurare che alcuni consumatori e rivenditori al dettaglio riuscivano a pagare le forniture di stupefacente anche grazie ai fondi percepiti dallo Stato tramite Reddito di cittadinanza. La droga recuperata nel corso delle indagini e quella sequestrata durante le perquisizioni effettuate nella mattinata odierna, ammonta complessivamente a: 45,5 kg di marijuana, 600 grammi di hashish, 70 grammi di cocaina. Inoltre, si è proceduto a deferire in stato di libertà due soggetti di Bonorva per detenzione abusiva di un fucile tipo doppietta cal. 12 che non era stato regolarmente denunciato alle autorità competenti.

Parte dell’operazione è stata svolta anche nel Comune di Bitti, dove si è proceduto a denunciare in altri tre soggetti che detenevano 350 kg circa di marijuana sativa impacchettata e pronta alla vendita in violazione della normativa relativa alle modalità di trattamento e stoccaggio della cosiddetta canapa light.

“L’intervento di oggi – dicono i Carabinieri - rappresenta un’azione decisa delle Istituzioni volta a stroncare nettamente l’attività di spaccio di sostanze stupefacenti nel territorio che, nel caso di specie, aveva assunto dimensioni preoccupanti soprattutto in quanto estremamente pervasiva del tessuto sociale, in particolare nel piccolo paese di Bonorva”.