PHOTO
Continuano a chiamarla sanità ma a dire il vero sarebbe meglio definirla una nave alla deriva. Il timoniere-manager è lontano: 83 chilometri da Meana Sardo, 80 da Ortueri, 74 da Atzara, distanze espresse non in autostrade ma in mulattiere accomodate a statali, in un tracciato - quello che porta dal Mandrolisai a Nuoro - disseminato di insidie, trappole o pericoli. Il prezzo da pagare per i pazienti di frontiera è salatissimo, il tributo di vite assai pesante.
I TAGLI Nostra signora della salute pubblica, che sia lo Stato babbu malu o la Regione matrigna, finora ha adoperato il bisturi per curare le ferite di una spesa pubblica senza controllo, mentre per frenare il disavanzo sarebbe stato meglio usare uno strumento più semplice e soprattutto indolore: potenziare l'assistenza all'ospedale San Camillo di Sorgono.
Lo dice con dovizia di cifre e rigore scientifico un progetto (titolo sintomatico: Cun salude) presentato da medici e operatori sanitari del distretto di Sorgono: «Lo abbiamo consegnato a marzo dell'anno scorso alla dirigenza della Asl di Nuoro. Non lo hanno neanche preso in considerazione». Tonio Barracca, specialista in nefrologia convertito alla letteratura e all'informatica, nonostante si sia sentito rispondere con un silenzio assordante, non si è arreso. Intervenuto venerdì a Desulo in un convegno nell'ambito della kermesse la Montagna produce, ha dissotterrato l'ascia di guerra.
Il 23 novembre tornerà alla carica, «ripresentando lo studio - annuncia - in un'assemblea pubblica a Sorgono» e sperando che finalmente si rompa il muro dell'indifferenza. Ricorderanno, Barracca e gli altri artefici dell'iniziativa, «come quasi il 50 per cento dei ricoveri ordinari del distretto sanitario della Barbagia-Mandrolisai avvengano in strutture diverse dal San Camillo.
Il nostro studio sull'andamento dei flussi e delle patologie interessate ci può fare capire come parte di questa domanda sanitaria possa essere orientata all'ospedale del distretto, non aumentando ma riducendo i suoi costi di esercizio».
LO STUDIO Il progetto Cun salude sgombra il campo da un luogo comune fallace. Al San Camillo non servono posti letto in più ma un'organizzazione efficiente. «L'intervento di cataratta», spiega Barracca, «può essere fatto dappertutto ambulatorialmente. Alcuni interventi di ortopedia prima li eseguiva a Sorgono uno specialista che ora è stato trasferito e viene sostituito saltuariamente».
Così i pazienti sono costretti a tour della salute in altri ospedali. Nel 2102 a Sorgono sono stati effettuati 2022 ricoveri ordinari. In un tasso considerato accettabile sarebbero dovuti essere 3250. Per soddisfarlo sarebbe bastato che parte dei cittadini allora ricoverati a Nuoro e altrove fossero stati accolti a San Camillo.
POZZO SENZA FONDO L'ospedale di Sorgono, invece, è rimasto suo malgrado residuale, in balia di un deficit che è arrivato a sfiorare i 23 milioni di euro, crescendo in un anno (dal 2008 al 2009) di oltre 3 milioni e 600 mila euro. Cifra notevolmente inferiore rispetto ai quasi quattro milioni e mezzo di euro che rappresentano il costo delle prestazioni di cui i pazien