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Le amministrazioni comunali non possono ricorrere all'ordinanza per bloccare gli slacci a clienti plurimorosi essendo estranee al rapporto contrattuale gestore-utente.
Dopo le sentenze per Orgosolo e Nuoro, anche per Teti arriva il parere del Tar che ha accolto il ricorso di Abbanoa contro l'ordinanza del sindaco Laila Dearca. Il Tar suggerisce al Comune di risolvere il problema per le famiglie in difficoltà con gli strumenti di sostegno.
L'ordinanza è annullata, il Comune dovrà pagare duemila euro di spese legali e oneri accessori.
Il sindaco di Teti Laila Dearca parla di «una stortura del sistema» e ricorda: «L'acqua è un bene essenziale e in quanto tale, almeno in minima misura, deve essere garantito.
Le famiglie che hanno subito gli slacci hanno un reddito minimo che non consente loro né di essere considerati poveri, e quindi poter essere presi in carico ai servizi sociali, né di arrivare a fine mese. «Abbanoa ha chiesto il 30% di anticipo su bollette di grossi importi. Era impossibile per gli utenti sborsare quelle cifre».