La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dai legali di Pietro Delogu, proprietario dell’azienda vitivinicola Tenute Delogu nella Nurra di Alghero, confermando la condanna a un anno di reclusione per omicidio colposo inflitta dalla Corte d’appello di Sassari. La sentenza mette così un punto fermo sul procedimento avviato dopo la morte di Paride Meloni, l’operaio 28enne deceduto nel settembre 2017 a causa delle esalazioni di anidride carbonica sprigionate all’interno di un silo per la fermentazione del vino.

Delogu, difeso dagli avvocati Nicola Lucchi e Pantaleo Mercurio, era stato assolto in primo grado “perché il fatto non sussiste”. Una decisione poi ribaltata in appello nel dicembre scorso e ora definitivamente confermata dai giudici di legittimità.

Le motivazioni dei giudici

Secondo quanto stabilito dalla Corte d’appello e ora sancito dalla Cassazione, il presidente del Cda delle Tenute Delogu è responsabile di omicidio colposo per aver permesso che Meloni eseguisse da solo le operazioni di manutenzione sul silo. L’operaio avrebbe dovuto essere affiancato da un altro lavoratore, capace di intervenire immediatamente in caso di emergenza.

Per i giudici, la presenza di un collega avrebbe potuto fare la differenza: un intervento tempestivo, infatti, avrebbe verosimilmente evitato il decesso, avvenuto in pochissimi istanti.

La dinamica dell’incidente

L’8 settembre 2017 Meloni era salito sulla scala del silo, a oltre tre metri d’altezza, per effettuare una manutenzione sul boccaporto del vaso vinario. Durante l’operazione aveva perso l’equilibrio, rimanendo con testa e busto incastrati all’interno della struttura.

Dopo essersi dimenato nel tentativo di liberarsi, aveva perso conoscenza nel giro di due minuti a causa delle esalazioni di CO₂, morendo subito dopo.

Prescrizioni e risarcimenti

A Delogu erano state contestate anche violazioni in materia di sicurezza sul lavoro, ma tali addebiti sono caduti in prescrizione e non hanno portato a ulteriori sanzioni.

La condanna comprende inoltre l’obbligo di risarcire la famiglia di Meloni, costituitasi parte civile con l’avvocata Maria Giovanna Marras.