I sindaci del centro Sardegna, che amministrano i paesi del Gennargentu, della Barbagia e del Mandrolisai, si oppongono fermamente alla proposta del riordino del sistema ospedaliero avanzata dall'assessore della Sanità Luigi Arru e dalla giunta regionale.

«È come se la Regione avesse lanciato una bomba atomica nel nostro territorio già martoriato da anni di politiche sbagliate che hanno ridotto al minimo tutti i servizi - dicono in coro i primi cittadini -. Pare evidente che sia in atto una politica per favorire lo spopolamento delle zone interne». 

I TAGLI I sindaci temono che il San Camillo venga trasformato in “stabilimento di zona disagiata”. Questo passaggio comporterebbe la perdita di numerosi servizi essenziali per il centro Sardegna.

«Se la proposta avanzata dalla giunta Pigliaru dovesse diventare realtà l'ospedale di Sorgono - dicono i sindaci - perderebbe la direzione sanitaria, l'anestesia, il reparto di medicina, quello di chirurgia, l'ortopedia, il laboratorio di analisi, la radiologia e l'emoteca. Molti dubbi riguardano anche la gestione del Pronto soccorso».

Dopo i tagli che negli ultimi anni hanno depotenziato la struttura sanitaria, i pazienti del San Camillo devono fare anche i conti con le ferie estive dei medici che a causa di una mancata programmazione da parte dell'azienda - come spiega la rappresentanza sindacale unitaria - hanno determinato la chiusura del reparto di chirurgia e della sala operatoria fino al 10 settembre. 

PROTESTA «La proposta di riordino del sistema ospedaliero - spiegano i sindaci - penalizzerà la nostra zona in modo eccessivo, costringendo i cittadini ad estenuanti viaggi della speranza e della sopportazione che hanno sempre un limite, persino per curarsi una frattura. È una scelta inaccettabile, calata dall'alto senza nessun coinvolgimento degli amministratori e dei portatori di interesse locale. Oltre alle ripercussioni sugli utenti, la preoccupazione riguarda anche il futuro dei lavoratori, che appare più incerto che mai. Sono scelte che non tengono conto dei reali bisogni della popolazione e delle condizioni geografiche del territorio, non produrranno altro che aumenti di costi e disagi per tutti, in particolare per i più deboli».

I sindaci fanno sapere che nelle scorse settimane hanno chiesto un incontro all'assessore Arru, che però è stato disatteso. Si dicono pronti ad avviare tutte le iniziative pubbliche necessarie per informare i cittadini sulle conseguenze nel territorio.