Il concertone di Salmo del 13 agosto a Olbia ha generato un gran baccano, e la polemica continua a infuriare alimentata ancora dal protagonista dell'evento. Ieri sera il rapper gallurese è tornato sull’argomento a poche ore dall'apertura di un'inchiesta contro ignoti da parte della Procura di Tempio, che vuole capire come sia stato possibile organizzare un maxi assembramento senza mascherine in pieno centro in città.

Su Instagram, Salmo risponde a chi lo ha attaccato ricostruendo l'accaduto. “Tre giorni prima del live ho fatto piazzare un piccolo palco sotto la ruota panoramica e i primi due giorni dovevano esibirsi vari artisti locali e il terzo giorno toccava a me. Il tutto è stato organizzato ovviamente sotto falso nome, infatti nella locandina c’era scritto DJ Triplo non Salmo”.

“Il Comune - prosegue l'artista - non aveva la minima idea di chi fosse DJ Triplo e non sapeva di trovarsi davanti 3-4000 mila persone. Ho comunicato posto e orario tramite messaggio, come si faceva una volta. Quali sarebbero le regole che ho infranto? Le regole per i concerti sono patetiche perché dentro il concerto ti devi regolare in una certa maniera poi esci fuori dal recinto e fai il cazzo che ti pare. A me non va di fare un live con le persone sedute e distanziate e con le mascherine. Io non ci sto. Mi sono battuto per le mie idee perché le regole non vanno bene”.

Poi risponde ai colleghi che lo hanno criticato aspramente: “Sappiate che per voi è una sconfitta artistica. A voi della musica non ve ne frega un cazzo". Infine parole al vetriolo per Fedez: “Non ho aderito alle tue iniziative, seppur giuste perché mi stai sul cazzo, e io questa cosa non te l’ho mai nascosta. Però penso tu sia un ottimo politico ed è quello che devi fare. Per questo ti ho chiesto un consiglio su una raccolta fondi da organizzare in Sardegna, ma non volevo avere niente a che fare con te. A me sembri proprio un politico, non sei un artista. Buone vacanze e fai come se fossi a casa mia”.