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Uno dei luoghi simbolo del Meilogu ma anche di tutta la Sardegna: il Monte Santo a Siligo. Sulla vetta, posta a 733 metri di altezza, si trova la Chiesa di Sant’Elia ed Enoch, un antico edificio religioso a due navate risalente all’undicesimo secolo.
Assieme a santa Maria di Bubalis e Sant’Eliseo (su crastu ‘e santu Liseu), è stata oggetto di studio da parte di tanti studiosi di storia, i quali hanno sempre cercato di ricostruirne le origini. Tutti i tre che furono la dotazione del primo monastero benedettino della Sardegna.
L’ultimo lavoro, in ordine di tempo, relativo a questa Chiesa è “S. Elia di Monte Santo. Il primo cenobio benedettino della Sardegna”, curato Giovanni Strinna e Giuseppe Zichi, che sarà presentato mercoledì 14 febbraio alle 17.30, presso la sala della Fondazione di Sardegna in via Carlo Alberto 7 a Sassari.
L’opera (225 pagine), edita da “All’insegna del giglio” di Firenze, raccoglie il contributo di dodici importanti studiosi del settore (storici, archeologi, filologi, archivisti e storici dell’arte) ed è arricchita da un ampio apparato fotografico.
Il periodo cronologico oggetto dei saggi va dalla fase di età bizantina all’età tardo-medievale, con un salto ai giorni nostri per analizzare le vicende che riguardano quelle che riguardano la gestione e lo svolgimento della festa tradizionale di Sant’Elies, che ancora ai nostri giorni richiama un gran numero di pellegrini, e alle possibili prospettive del turismo culturale e religioso nel territorio di Monte Santo.
La serata, moderata da Donatella Carboni (Università di Sassari), vedrà la partecipazione, oltre che degli autori, dell’archeologo Raimondo Zucca, (Università di Sassari) e dello storico dell'arte Andrea Pala (Università di Cagliari). Previsti alcuni interventi musicali da parte del “Coro di Bonnanaro” che proporranno al pubblico alcuni brani del loro ampio repertorio.