Francesca Medda, operatore olistico e docente della scuola Aimo (Associazione Italiana Medicina Olistica), in questa intervista, ci parla della riflessologia plantare, una tecnica che in questi ultimi tempi affascina un gran numero di persone. 

D. Che cos’è la riflessologia plantare? 

R. E’ una tecnica che prende spunto dall’antica medicina tradizionale cinese. I primi cenni di riflessologia risalgono a 5000 anni fa nelle zone della Cina e dell’India, nel 1800 è arrivata anche nel mondo occidentale con il medico statunitense W.H. Fitzgerald, padre assoluto della riflessologia moderna. Il principio di base è quello secondo il quale sul piede si riflette ogni altra parte del nostro organismo. In termini più scientifici, si può dire che ogni zona del piede è connessa, tramite terminazioni nervose, ad un particolare punto della colonna vertebrale, che a sua volta lo mette in contatto con un organo specifico. Di conseguenza, ogni tipo di stimolazione o manipolazione eseguita su una parte del piede si andrà a riflettere sull’organo ad essa collegato. L’obbiettivo della riflessologia plantare è quella di eliminare gradualmente durante i trattamenti, condizioni di tensioni, infiammazioni o congestioni, spesso connesse tra loro, al fine di ripristinare l’equilibrio del corpo. Essa stimola la naturale auto guarigione del corpo stesso, non fermandosi solo alla soppressione dei sintomi, ma riportando l’intero organismo ad uno stato di equilibrio psicofisico generale. 

D. Come avviene il massaggio? 

R. Non parlerei di massaggio ma di digito-pressioni che vanno a stimolare le zone interessate. La tecnica si effettua attraverso una serie di piccole stimolazioni ravvicinate esercitate principalmente con il polpastrello del pollice che procede sulle zone da trattare.

Attraverso le digito-pressioni se un organo è sofferente, si produce una stimolazione nervosa che si trasmette al midollo spinale e da questo, giunge a regioni ben definite dette “zone riflesse”, provocando una sensibilità cutanea o muscolare. Lo stesso meccanismo agisce in senso contrario, ossia, una tensione muscolare o una lesione traumatica periferica, possono influenzare l’organo corrispondente. 

D. Ma è vero che il trattamento è doloroso? 

R. Assolutamente no. Nella stragrande maggioranza dei casi il cliente durante il trattamento si rilassa e spesso si addormenta. A seconda del problema, potranno esserci delle zone che alla digito-pressione risulteranno più dolorose rispetto ad altre, ma dopo averle individuate, quel dolore viene allentato massaggiandolo dolcemente. 

D. Quanto dura un trattamento e quante sedute sono necessarie per il raggiungimento di un beneficio ottimale? 

R. Il trattamento ha una durata di circa 50 minuti. Per quanto riguarda il numero delle sedute, tutto è legato allo stato di psico-fisico del cliente. La riflessologia spesso viene inserita come percorso in sinergia con quello della medicina convenzionale. In media con 3-4 sedute, con una frequenza di una massimo due volte alla settimana, si riscontrano i primi miglioramenti nella maggior parte delle situazioni. Già dalla prima seduta, il cliente potrà notare dei primi cambiamenti in positivo del proprio stato. Un’alta percentuale delle persone trattate reagisce molto bene, solo in alcuni casi, le aspettative non sono soddisfatte in tempi brevi, a causa di un eccessivo stress e dalla mancanza di energia nell’organismo. Siamo una macchina molto complessa, e va considerato ogni aspetto. Educare le persone ad essere responsabili di se stesse, migliorando il proprio stile di vita, praticando dello sport, applicando delle tecniche di rilassamento, piuttosto che cambiando l’alimentazione ove fosse necessario, è il primo suggerimento che un riflessologo consiglia. 

D. Ha appena detto che la riflessologia molto spesso affianca la medicina tradizionale. Quindi non si parla di medicina alternativa? 

R. Tutte le discipline e le tecniche che entrano a far parte della medicina olistica vengono definite “alternative” alla medicina tradizionale. Io le definirei integrative e complementari alla medicina convenzionale, perché l’una non esclude l’altra, anzi ritengo che lavorando in sinergia si possano ottenere risultati ottimali. La medicina ufficiale è fondamentale, ma se oltre a questa, ci si può aiutare con metodi naturali, proposti in maniera seria da professionisti certificati del settore, che possano portare benefici alla qualità della vita, perché non valutarli?. Già da qualche anno nell’ospedale Petruccioli di Pitigliano è nato il centro di medicina integrata, che prevede l’utilizzo della medicina ufficiale affiancata alle medicine complementari normate dalla regione toscana. A piccoli passi, ci si avvia verso una riforma culturale che consente alla medicina olistica di creare una sinergia con il comparto medico sanitario. 

D. Secondo la sua personale esperienza chi chiede aiuto al riflessologo e per quali malattie vengono da lei? 

R. Tengo a sottolineare che l’operatore in riflessologia non formula diagnosi e non prescrive farmaci o cure, pertanto trovo a mio avviso inappropriato, nell’ambito della mia professione, l’ uso delle parole “malattia” e “paziente”; questi due termini riguardano la medicina ufficiale. Noi terapeutici olistici interveniamo per risolvere dei disagi che creano stati di malessere, agendo sul “disturbo” che può essere di tipo fisico e/o di tipo emotivo. Sino a qualche anno fa le clienti donne erano più numerose rispetto agli uomini, forse perché più curiose e più propense a sperimentare; negli ultimi tempi, ho notato che il numero dei clienti di sesso maschile è in aumento. Seguo, neonati, adolescenti, adulti ed anziani, ci si rivolge al riflessologo per problemi di varia natura, stati d’ansia, emicranee che si protraggono da tempo, problematiche legate all’apparato respiratorio, mal funzionamento dell’intestino, sciatalgia, lombalgie, blocchi articolari, alcune mamme portano i loro piccoli per problemi legati alla stitichezza, alle coliche, perché hanno difficoltà nel dormire, donne in stato di gravidanza si sottopongono ai trattamenti per affrontare al meglio il parto; non solo, la riflessologia è anche un valido sostegno in caso di malattie autoimmuni e neoplastiche, vengono da me persone con queste problematiche, perché con i trattamenti si alleviano i sintomi dolorosi e rigenera la risposta dell’organismo alle terapie farmacologiche riducendone gli effetti collaterali, migliorando così, di conseguenza, la qualità di vita. Sono inoltre in aumento le persone che non risentono di alcun disturbo ma che, coscienti del fatto che la riflessologia permette di rivelare le condizioni di disequilibrio e di intervenire prima della loro manifestazione fisica, vengono per fare una semplice indagine riflessologica, oppure semplicemente vengono da me per i trattamenti “preventivi o di mantenimento”. 

D. Lei fa parte del corpo docente dell’Aimo, dove ha sede questa scuola? 

R. L’Aimo organizza corsi triennali di riflessologia plantare a Cagliari ed a Roma. Ogni sessione inizia nel mese di ottobre e termina a giugno, e prevede lezioni teoriche e pratiche tenute da medici, riflessologi ed esperti di varie tecniche di medicina naturale. 

D. Lei ed i suoi colleghi da qualche anno proponete qui a Cagliari una manifestazione intitolata “a piedi nudi nel parco, di cosa si tratta? 

R. E’ una manifestazione che ha riscontrato grande successo in città, che per quattro anni consecutivi si è svolta nella suggestiva cornice del Parco di Monte Urpinu.  Diversi colleghi riflessologi, provenienti da varie parti della Sardegna, accomunati dall’amore per questa disciplina, si riuniscono al fine di proporre gratuitamente alle persone, consulenze e trattamenti dimostrativi. Non abbiamo ancora definito la data per il 2018, ma credo che la manifestazione verrà riproposta a Cagliari a fine giugno come gli anni scorsi e con molta probabilità anche in altre parti della Sardegna.