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Dopo il drammatico avvenimento all'Università Iulm di Milano, dove una giovane studentessa si è impiccata perché oppressa dai "fallimenti negli studi e nella vita", si è smosso un imponente meccanismo di solidarietà fra associazioni e studenti di tutta Italia.
Anche a Sassari non sono mancate iniziative e considerazioni su quanto accaduto. L'associazione studentesca Udu ha appeso un manifesto davanti ai cancelli della facoltà di Giurisprudenza, all'entrata del cortile della biblioteca di Scienze Sociali "Antonio Pigliaru". Sui social, l'associazione ha rivolto una critica al sistema accademico affrontando il tema della "meritocrazia".
"Questa settimana una studentessa della IULM di Milano si è tolta la vita all’interno dei locali dell’università. Le motivazioni del gesto andrebbero trovate, secondo quanto ha lasciato scritto in un biglietto, nell’idea di aver fallito per non aver passato degli esami. Si tratta dell’ultima vittima fatta da una società, e in particolare un mondo della formazione, che ha deciso di improntarsi sempre di più ai valori dell’ideologia meritocratica e performativa, in cui il valore della persona è dato solo da quanti e quali risultati ottiene, in cui ognuno è in gara con il prossimo e in cui il contatto umano diventa competizione", si legge in un post Instagram dell'Udu.
"Ma - prosegue l'associazione - questa è un’idea sbagliata nelle sue fondamenta e lo è ancora di più se applicata alla scuola e all’università, come fatto da questo e dai precedenti Governi. I percorsi di formazione non possono essere permeati dalla competizione, invece devono essere luoghi in cui è possibile sbagliare e dagli sbagli imparare, senza avere paura che gli errori si trasformino in un fallimento o in un giudizio sulla persona. Invece, il nostro sistema universitario è stato plasmato proprio al contrario, inducendo le studentesse e gli studenti a rispettare il dogma della performance e dei CFU ottenuti".
"In questo modo - aggiunge - diventiamo solo dei numeri che devono produrre certi risultati, ma così si trascura la vera didattica che dovrebbero erogare gli Atenei. In tutto questo, devono essere le singole università e le/i singoli docenti a stare al fianco degli studenti e delle studentesse per contrastare queste logiche perverse".
Secondo l'associazione "un passo fondamentale da parte dell’Università è sicuramente l’attivazione di un servizio di ascolto e supporto psicologico, come abbiamo chiesto più volte sia a livello nazionale che locale". "Questa - conclude - è una situazione di emergenza e la prima cosa da fare è dare la possibilità a chi ha bisogno di aiuto di ottenerlo e di ottenerlo gratuitamente. Deve essere un aiuto professionale, che sappia guidare le persone e aiutarle a uscire da un momento di difficoltà".