La drammatica condizione della sanità in Sardegna, per la carenza di medici specialisti, sia negli ospedali che nel territorio, emergenza peraltro presente in tutto l’ambito nazionale, comporterà entro breve tempo la chiusura di reparti e ospedali, la deficitaria assistenza primaria, la mancata assicurazione dei LEA e l’interruzione di pubblico servizio.

In Sardegna, un documento dell’ANAAO-ASSOMED, già nel 2019 stimava che sarebbero venuti meno circa 200 medici specialisti dipendenti e sino a 2000 unità comprendendo i medici che esercitano in libera professione; in particolare pediatri, medici di urgenza, chirurghi generali, anestesisti rianimatori, nefrologi e psichiatri. 

Per capire bisogna sapere che la legge 502 del 1992, stabilì che per l’accesso al SSN sarebbe stata necessaria la specializzazione (mentre precedentemente era sufficiente la laurea).

Come conseguenza attualmente il medico non specialista può fare guardia medica, sostituzioni di medico di medicina generale, medico di guardia nelle cliniche private o convenzionate e nelle case di riposo per anziani, medico prelevatore e fare i turni nei centri di dialisi. Può lavorare nel P.S. ma trattare solo i codici bianchi e verdi.

La carenza si è venuta a creare per non aver tenuto conto del fabbisogno del numero dei medici specialisti, sempre sottostimato rispetto alle esigenze delle regioni e sottostimato anche rispetto al numero dei laureati (imbuto formativo). Inoltre non si è tenuto conto dei pensionamenti e del disagio lavorativo causato dalla carenza stessa del personale, che ha determinato scarsa attrazione dei medici verso il SSN rispetto alle strutture private o alle assunzioni all’estero.

In Sardegna la situazione si sta delineando più grave del resto d’Italia, perché esistendo un concorso nazionale per l’accesso alle specializzazioni, succede che l’80% di quelli che vincono, sono continentali, che rientrano nella regione di residenza al termine della specializzazione; i sardi che vincono in continente, una volta specializzati spesso vi rimangono per le condizioni di lavoro migliori e più remunerative.

Inoltre, uno squilibrio nella distribuzione del personale è stato determinato con l’ATS dalla centralizzazione del reclutamento del personale che ha favorito i poli di Cagliari e Sassari, accomodando le preferenze dei candidati nei concorsi unici regionali.

La gravità dell’emergenza ha fatto si che già nel 2019, siano stati presi dei provvedimenti per fronteggiarla:

1)   Aprile 2019; Regione Toscana : reclutamento di medici non specialisti, da inserire nel sistema in maniera graduale, attraverso un corso di formazione ed un percorso di apprendimento sul campo basato su un tutoraggio individuale. Previsto un percorso coordinato da tutti i direttori dei Pronto soccorso e destinato ad inserire i nuovi medici e guidarli a svolgere la loro attività, con livelli di autonomia progressivamente crescenti e certificati

2)   Luglio 2019; governo, Decreto Calabriaa partire da luglio 2019 (e fino al 31 dicembre 2022) le aziende ospedaliere del sistema sanitario nazionale possono assumere medici specializzandi durante gli anni di formazione specialistica (a partire dal terzo anno in poi), con contratto subordinato a tempo determinato e orario a tempo parziale.

3)   Agosto 2019; Regione Veneto: non sapendo più da parte girarsi per trovare camici bianchi, veniva deciso di assumere giovani medici laureati, ma senza specializzazione. Un caso unico, perché in Italia per poter fare il medico nelle strutture pubbliche, a partire dal Pronto soccorso, la specializzazione è indispensabile; prevista per semplici laureati l’assunzione a tempo tempo indeterminato e la frequenza in una Scuola regionale di sanità pubblica; lezioni per 92 ore, successivamente lavoro in corsia per 38 ore alla settimana.

4)   Settembre 2019; regione Piemonte: assunzione di neolaureati, con contratto annuale, rinnovabile; possibilità di operare, oltre che nei servizi di emergenza territoriale, in “ambulatori delle non urgenze”, separati dal PS/DEA. I pazienti vi confluiranno, a seguito di Triage effettuato da parte del personale infermieristico.

5)   Settembre 2019; Commissione Salute della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome: proposta l’adozione di una disposizione legislativa (e previsione contrattuale) per consentire l’accesso al SSN dei medici privi di diploma di specializzazione, garantendo agli stessi la possibilità di conseguire un titolo di specializzazione.

6)   Settembre 2020; SIDEMET (Società Italiana di Medicina Diagnostica e Terapeutica): ogni medico dopo la laurea dovrebbe continuare il proprio percorso di formazione specialistica attraverso un contratto di formazione-lavoro; l’Università potrebbe continuare a offrire la formazione teorica agli specializzandi, che verrebbero inquadrati contrattualmente sin da subito come lavoratori, con contratto di lavoro a tempo determinato a scopo formativo

7)   Gennaio 2022; Regione Lazio: È stata approvata dalla Giunta regionale del Lazio una importante delibera che consente, recependo il cosiddetto decreto ‘Cura Italia’, di aprire ai reclutamenti temporanei del personale medico anche tra i cittadini di Paesi extra UE, che siano titolari di permesso di soggiorno e che siano iscritti ad Ordini professionali del nostro Paese, ovvero che già esercitano la professione medica e conoscono la lingua italiana.

8)   Febbraio 2022: La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 36, ha giudicato legittima la norma regionale del Veneto in materia di assunzione di medici non specialisti, nel quadro emergenziale legato alla Pandemia, in seguito alla questione sollevata a dicembre 2020 dal Tar del Veneto nell'ambito di un ricorso avanzato dal sindacato dei medici Anaao-Assomed.

La Regione Sardegna nel luglio 2020 è intervenuta con l’istituzione di 190 nuove borse di studio aggiuntive per il triennio in corso, per le specializzazioni mediche, ma gli effetti si vedranno fra 3-4 anni e col bando di mobilità in ingresso (160 posti, riservati ai medici sardi che lavorano in continente), con risposta solamente di circa 40 medici.

L’ARES, Azienda regionale della Salute, in esecuzione delle disposizioni della Giunta regionale, ha pubblicato recentemente i bandi di selezione per 271 posti a tempo indeterminato di dirigente medico in varie discipline. Di questi, 224 posti da dirigente medico sono stati pubblicati in un bando unificato che coinvolge anche le due aziende ospedaliere-universitarie di Cagliari e Sassari, ciascuna per 23 posti.

L’assessorato regionale della Sanità ha definito i criteri per l’assegnazione delle ‘RAR’, le Risorse aggiuntive regionali: 13 milioni di euro stanziati con la legge Omnibus, destinati, attraverso l’introduzione di incentivi ‘ad hoc’, a dare sostegno agli ospedali in difficoltà per la carenza di personale. 

Più nel dettaglio gli accordi riguardano tutti i medici e il personale del comparto (infermieri, tecnici di laboratorio e tecnici di radiologia) in servizio nelle aziende del sistema sanitario regionale e stabiliscono dei premi per il lavoro svolto negli ospedali in difficoltà che abbiano sede al di fuori delle città di Cagliari e Sassari.

Insomma allo stato attuale i provvedimenti, si sono rivelati assolutamente insufficienti, per cui sarebbe opportuno approntare più provvedimenti in contemporanea per salvare il SSR.

Cosa si può fare

A livello governativo (proposte competenza parlamentari sardi): 

  • Proposta che consenta per il prossimo triennio la possibilità per i medici di accedere al Servizio Sanitario Nazionale, oltre che con il diploma di specializzazione, anche con la laurea; La Regione potrà anche organizzare o riconoscere percorsi formativi dedicati all’acquisizione di competenze teorico-pratiche negli ambiti di potenziale impiego; I medici assunti accederanno insoprannumero, per esigenze del SSN, ad una scuola di specializzazione sulla base di protocolli d’intesa tra Regioni ed Università che disciplineranno il numero di accessi e le modalità di frequenza al corso; Dovrà in particolare essere previsto lo svolgimento presso l’Università della parte teorica e presso l’Azienda di appartenenza della parte pratica e di tirocinio, garantendo a quest’ultima almeno il 70% del complessivo impegno dello specializzando
  • Allineamento a regime del numero dei contratti di formazione specialistica e delle borse di studio per la formazione specifica in medicina generale, rispetto al numero dei medici laureati.
  • Abolizione del numero chiuso per l’accesso alla laurea in Medicina e/o programmazione aderente al fabbisogno regionale di medici
  • Provvedimento legislativo che consenta la presa in carico del paziente anche ai neolaureati, in termine di responsabilità professionale

 

A livello regionale: 

  • Conferma per gli ospedali di sede disagiata dello status previsto dalla normativa nazionale, in base alla normativa nazionale (DM 70 del 2015) e regionale (riorganizzazione della rete ospedaliera del 25.10.2017)
  • Modalità delle assunzioni: negli ospedali a sede disagiata dovranno essere separate da quelle nelle sedi centrali, anche con una gestione dipartimentale interaziendale.
    • Dovranno essere stabiliti gli incentivi per le assunzioni nelle sedi disagiate, inclusivi di ripristino delle mense aziendali e di locali di alloggio
    • Delibera analoga a quella recentissima della regione Lazio, che consentirà ai medici stranieri che lavorano da cinque anni nel nostro Paese di partecipare ai bandi di reclutamento previsti dal sistema sanitario.
    • Pubblicazione degli obiettivi assegnati ai Direttori Generali

 

A livello di Asl di Nuoro (per il P.O. di Sorgono)

  • Condivisione della conferma di status di ospedale di sede disagiata del P.O. San Camillo, in base alla normativa nazionale (DM 70 del 2015) e regionale (riorganizzazione della rete ospedaliera (25.10.2017)
  • Come conseguenza la riqualificazione del Punto di primo intervento (assistenza dello stesso livello della guardia medica) a Pronto Soccorso
  • Ripristino dell’attività di Direzione Sanitaria, garantita in loco solo 4-5 volte all’anno e governata in remoto, in modo da far si che le istanze dell’ospedale non vengano ignorate,
  • Il ripristino della Struttura Complessa della Chirurgia, almeno come Week Surgery, senza il quale, non verrebbe nessun chirurgo a prestare servizio in sede disagiata. Un organico comprensivo di 4-5 medici è indispensabile per garantire un’attività/reperibilità h 24, indispensabile per l’accreditamento del P.S. (previsione col primo atto aziendale)
  • La Radiologia operativa 24 ore al giorno, festivi inclusi, anche con l’integrazione della teleradiologia (attualmente il servizio è garantito con continuità nei mattini dei giorni feriali)
  • La ripresa dell’attività di Endoscopia digestiva, con l’attivazione di una consulenza interospedaliera (con altra azienda sanitaria)