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Città allagate, ponti crollati, strade distrutte. Vite annientate in un soffio di vento. Immagini così, che ti si stringe il cuore a pensare che quel disastro sia avvenuto in casa tua.
Siamo abituati a vederle al cinema, certe scene, negli effetti speciali dei film di Hollywood o davanti alla tv durante i tg che raccontano la guerra. Ecco, ieri la Sardegna era in guerra.
In guerra contro il tempo, contro il cielo e contro l’acqua. Avversari così potenti, vincono sempre loro.
Era in guerra ieri la Sardegna, e ha perso. Ha perso perché sola, indifesa, impreparata. Ha perso perché avvolta da una nebbia di paure che l’ha resa incapace di salvare i propri uomini, le proprie donne e i propri bambini. Ha perso in riva al mare e in cima alle montagne, nuda in mezzo al fango mentre il cielo le crollava addosso.
Oggi a Olbia, a Villacidro, Uras, Oliena e Torpè si piange e si lotta, nella speranza di non trovare altre vite soffocate nella palude di una giornata di guerra che ha fiaccato lo spirito di un popolo guerriero.