“Con un Post durissimo su Facebook il Ministro dell’Agricoltura Centinaio risponde stizzito a un’assemblea di pastori sardi che accusa “la politica” di averli abbandonati all’indomani delle elezioni”.

È quanto ha scritto il Presidente di Anci Sardegna, Emiliano Deiana, sulla sua pagina Facebook.

“Non entro nel merito – ha aggiunto – delle questioni relative alla vertenza latte in sé e per sé, ma all’indomani delle elezioni (precisamente due giorni dopo) Anci Sardegna, è andata in audizione in Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati per perorare la causa dei pastori e della Sardegna”.

“Ridurre la questione dei pastori al “prezzo del latte” è l’errore drammatico che fa il Ministro ed è l’errore che, purtroppo, fa una certa “leadership” pastorale – ha sottolineato Deiana -.  La questione dei pastori non è - solo - una questione economica: è una questione storica, culturale, antropologica, sociale, ambientale, insediativa della Sardegna”.

“Bisogna spostare – ha rimarcato – lo deve fare la Sardegna perché se aspettiamo che lo facciano i continentali stiamo freschi, l’asse del problema da questione meramente economica a una questione esiziale per la Sardegna. La dico così: i pastori svolgono, come gli insegnanti, un lavoro (anche) pubblico: manutenzione del territorio, tutela del paesaggio, tutela della lingua e dei toponimi”.

“È quel lavoro – ha proseguito Deiana – che va pagato. Insieme al prezzo del latte congruo e tenuto sotto controllo da un sistema di regole condiviso da tutta la filiera.  Lo si può fare col nuovo ciclo di programmazione europea 2021-2027 introducendo sistemi che rendano più favorevole vivere e lavorare in campagna. Io la chiamo “zona franca rurale”: un sistema complesso di agevolazioni che renda conveniente per tutti - anche per chi vive in città - abitare e lavorare la campagna”.

“Fra non troppo tempo – pone l’accento il numero uno di Anci Sardegna – si discuterà del Premio Unico su base nazionale. Vediamo come finirà per il Veneto e Lombardia e come andrà per il Meridione e per la Sardegna.  Si vedrà allora chi è dalla parte dei pastori sardi e chi no. Si saprà allora se la nuova maggioranza terrà la schiena dritta o meno”.

“Io sto – queste ancora le sue parole – dove sono sempre stato. Dalla parte delle comunità rurali. L’unico discrimine è il Metodo pacifico della protesta. No alla violenza. No agli assalti. No alle prevaricazioni. No all’odio sociale. La guerra non si fa fra sardi. Si fa per la Sardegna: per chi lavora e produce reddito per i sardi e per la nostra terra. Naturalmente – ha concluso Deiana – in un sistema più equilibrato nel rapporto fra produttori e trasformatori. In un quadro di regole condivise da tutti gli attori della filiera”.