I killer conoscevano bene le abitudini della vittima predestinata, hanno preparato l'agguato con cura ma la loro tragica missione di morte non è andata a segno. Mario Cuga, 62 anni, allevatore di Ovodda, è sfuggito a un'imboscata messa in atto mercoledì sera vicino a Gommartile, la località in cui l'uomo possiede un ovile.


LA TRAPPOLA Gli assassini hanno atteso il pastore, che rientrava in paese dopo una giornata di lavoro, appostati dietro un muretto a secco. L'uomo lungo il percorso si è fermato alla fontana per riempire alcuni bidoni d'acqua e li ha caricati nel cofano della sua macchina. Poi si è rimesso in marcia, ignaro di ciò che sarebbe accaduto di lì a poco. Verso le 23 è scattato l'agguato. Appena hanno visto comparire la Panda dell'allevatore sul tratturo scosceso, i sicari hanno aperto il fuoco. Quattro colpi di fucile hanno infranto i vetri dell'utilitaria, che procedeva lenta, ma hanno mancato l'obiettivo. Il pastore di Ovodda è riuscito miracolosamente ad accelerare ed è rimasto illeso. Ha quindi potuto raggiungere la stazione dei Carabinieri di Ovodda, proprio di fronte alla sua abitazione, e lanciare l'allarme.


LE PRIME INDAGINI I militari dell'Arma, in stretta sinergia con i colleghi della compagnia di Tonara, guidati dal Capitano Livio Rocchi, si sono precipitati sul luogo del tentato omicidio e hanno immediatamente avviato le indagini. Sono stati eseguiti interrogatori, battute e perquisizioni. Attività consuete in questi casi. La chiave per risolvere il giallo ancora però non si trova. Difficile risalire ai mancati killer e ricostruire con precisione il movente di un agguato fallito. L'inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica di Nuoro, è ancora agli inizi. Troppo presto per ipotizzare eventuali sviluppi. I primi passi dell'indagine sono caratterizzati da una prudenza assoluta. Non si esclude neppure che l'attentato a Mario Cuga sia stato un puro e semplice avvertimento. Insomma, chi ha sparato non avrebbe voluto uccidere.


LE IPOTESI Gli inquirenti, comprensibilmente, mantengono uno stretto riserbo e non escludono alcuna ipotesi. E seguono anche il filone d'indagine già avviato nei primi mesi del 2013. Mario Cuga, infatti, a gennaio è stato al centro della cronaca per una denuncia a suo carico, dovuta ad una presunta truffa ai danni dello Stato. Secondo l'accusa l'uomo avrebbe incassato nell'arco di tre anni un ammontare di circa sessantamila euro, a titolo di contributi pubblici di varia natura inerenti alla sua attività, dichiarando di possedere un gregge di 300 capre, pur non avendo bestiame dal 2009. Anche su questa vicenda non è stata fatta ancora chiarezza. Si attendono sviluppi processuali.


IL PRECEDENTE Si scava nel passato di Mario Cuga alla ricerca di possibili precedenti e di eventuali intimidazioni subite. Dai fascicoli e dalle cronache però non sono mai emersi episodi di questo tipo. Gli inquirenti indagano su possibili relazioni tra i vari episodi