Alle prime luci dell’alba di questa mattina, a Orotelli, i carabinieri della Compagnia di Ottana e del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Nuoro hanno dato esecuzione alla misura cautelare di custodia in carcere, emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Nuoro su richiesta della locale Procura, nei confronti di Gian Michele Giobbe, classe 1981, ritenuto responsabile dell’omicidio dello zio, Esperino Giobbe.

Era il pomeriggio del 17 ottobre 2020 quando fu rinvenuto il cadavere dell'uomo nel cortile della sua azienda, ubicato in località Su Filighe, in agro di Orotelli. Il cadavere fu scoperto dai parenti che allertarono il 118: inutili i soccorsi, l’uomo era già morto all’arrivo del personale medico. 
Sul posto giunsero immediatamente i Carabinieri della Compagnia Carabinieri di Ottana ed a seguire i militari del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Nuoro, il pm ed il medico legale. Vennero svolti i rilievi e sentite le persone presenti.

Dai rilievi tecnici e dal risultato dell’esame autoptico disposto dal pm, che ha coordinato le attività di indagine, venne accertato che la morte non era dovuta a cause naturali o accidentali ma, al contrario, che si trattava d'omicidio a mezzo d'uno o più corpi contundenti, utilizzati per colpire più volte la vittima. 

La dinamica è stata poi confermata anche dai tecnici del Ris di Roma, incaricati di eseguire l’esame dei luoghi mediante l'analisi delle tracce ematiche. Vagliate le varie possibili ipotesi cui ricondurre l’uccisione di Giobbe, l’attenzione degli inquirenti e degli investigatori si è focalizzata alla cerchia dei parenti per il possesso dei terreni di località Su Filighe, dove, per l’appunto, si trova l’azienda nella quale era stato ucciso.

Per tali motivi sono state eseguite alcune perquisizioni nel corso delle quali sono stati sequestrati indumenti in uso ai familiari della vittima, che sono poi stati sottoposti al luminol, test generico per la rilevazione di sangue, e successivamente trasmessi al Ris di Cagliari per accertamenti biomolecolari.

Tali accertamenti tecnici avrebbero permesso di esaltare la presenza del sangue della vittima sulla tomaia di uno stivaletto sequestrato al nipote. Ulteriori accertamenti sono stati svolti per verificare che la presenza della traccia ematica non fosse giustificabile se non con la partecipazione del 40enne alle fasi esecutive dell’omicidio. 

Il movente si ritiene riconducibile ai dissidi nati per la gestione dei terreni. L’arrestato è stato tradotto dai Carabinieri del Norm della Compagnia di Ottana presso il carcere di Badu e Carros, in attesa dell’interrogatorio di garanzia da parte del Gip che ha disposto l’arresto.