Si sono presentati come carabinieri e hanno cercato di estorcere denaro e gioielli a un’anziana donna della Marmilla. Nella tarda serata venerdì, 24 ottobre, all’esito di un’articolata operazione contro le truffe ai danni di persone fragili, i militari delle Compagnie di Ghilarza, Mogoro e Villacidro hanno arrestato in flagranza di reato un uomo e una donna residenti in Campania, ritenuti responsabili, in concorso con altri soggetti, di tentata estorsione aggravata.

È quanto ricostruito dai carabinieri, secondo i quali la vittima sarebbe stata contattata telefonicamente da un sedicente maresciallo dell’Arma, che le avrebbe intimato di preparare 41.000 euro in contanti e vari gioielli in oro per evitare una perquisizione domiciliare e il presunto trattenimento in caserma. L’anziana, spaventata dalle minacce e convinta di essere sospettata di una rapina commessa con la propria auto, è rimasta al telefono per lungo tempo con i truffatori che, come accertato dai militari, avrebbero mantenuto la linea attiva per isolare l’utenza da altre chiamate e nel frattempo raccogliere informazioni sulla casa, probabilmente per localizzarla con precisione.

Il falso maresciallo avrebbe poi annunciato che alcuni suoi “collaboratori” si sarebbero presentati all’abitazione per ritirare il denaro e i preziosi. Ma l’operazione non è andata a buon fine: grazie a un intervento congiunto dei Carabinieri del Comando Provinciale di Oristano e di Cagliari, impegnati in un servizio di controllo e monitoraggio del territorio per contrastare le truffe agli anziani, i due sospettati sono stati fermati prima di impossessarsi del bottino.

Durante la perquisizione dell’auto, i militari hanno trovato un monile nascosto, del quale gli arrestati non hanno saputo giustificare il possesso. Secondo gli investigatori, l’oggetto potrebbe provenire da un precedente episodio analogo.

Nel video: Il capitano Antonio Zarrillo, comando della Compagnia carabinieri di Ghilarza.

L’operazione - spiegano dall’Arma - non conclude le indagini, ancora in corso per chiarire i possibili legami con altri casi e ricostruire la rete criminale di riferimento. Si tratta, sottolineano i carabinieri, di un fenomeno particolarmente grave per la vulnerabilità delle vittime, spesso persone sole e anziane, e per le modalità utilizzate dai truffatori, che fanno leva sulla fiducia nei confronti delle istituzioni e sul timore di conseguenze giudiziarie.

I due arrestati sono stati trasferiti nel carcere di Uta, a disposizione dell’Autorità giudiziaria presso la Procura della Repubblica di Cagliari.