Monica Vinci è arrivata in sedia a rotelle nel reparto del carcere di Cagliari-Uta adibito agli interrogatori, ha confermato le sue generalità e poi, dopo qualche lacrima, si è avvalsa della facoltà di non rispondere. La 51enne accusata di aver ucciso con 30 coltellate la figlia 13enne, Chiara Carta, nell'abitazione di famiglia a Silì (Oristano) il 18 febbraio scorso.

L'interrogatorio di garanzia si è svolto questa mattina in videoconferenza. Accanto alla donna il suo difensore Gianluca Aste, in collegamento da Oristano la gip Federica Fulgeri e il pm Valerio Bagattini.

"La mia assistita sta male - ha confermato all'ANSA l'avvocato Aste - parla poco o nulla, non è in grado di reggere un interrogatorio". Da qui la decisione di avvalersi della facoltà di non rispondere. Il legale sta valutando la richiesta di una perizia psichiatrica: "Credo sia necessaria", ha chiarito.