Sarebbero arrivate a una svolta le indagini sull'omicidio di Marco Pusceddu, il 51enne di Portoscuso ucciso il 7 agosto scorso nella sede dell'Intervol di Buddusò. Due persone sono state iscritte infatti nel registro degli indagati con l'accusa di essere coinvolte nel delitto che sconvolse il centro del Monteacuto, dove Pusceddu si era trasferito per lavoro.

UN'ESECUZIONE

Uno dei due indagati è stato già ascoltato dagli inquirenti nelle scorse ore, l'altro sarà sottoposto a interrogatorio nei prossimi giorni. Secondo gli investigatori conoscevano molto bene la vittima. Resta da capire cosa abbia scatenato la furia omicida in pieno centro abitato attorno alle 23. "Cerco Marco Pusceddu", aveva detto l'assassino prima di aprire il fuoco sul 51enne sparando ripetutamente. Un'esecuzione in piena regola.

"Certamente un delitto che non si era mai visto prima, consumato all’interno della sede del 118", aveva spiegato il procuratore di Sassari, Armando Mammone.

Fin da subito gli inquirenti avevano puntato l'attenzione sulle vicende private della vittima e sul Sulcis, sua terra d'origine, scavando sul passato di Pusceddu e sui paesi che frequentava prima di trasferirsi improvvisamente nel nord Sardegna a febbraio 2025. Si era licenziato dalla cooperativa di pronto soccorso per la quale lavorava dal 2015, nell'evidente tentativo di cambiare vita, stabilendosi prima a Berchidda e poi a Buddusò.

UN MISTERIOSO EPISODIO

Fra le piste percorse dalle indagini, non si esclude quella passionale. Il delitto potrebbe essere stato portato a termine da un killer su commissione di almeno due mandanti.

Alcuni mesi prima di essere ucciso, Pusceddu era stato vittima di una violenta aggressione in una piazzola di sosta nel territorio di Flumentepido (Carbonia), dove era stato colpito con un oggetto contundente alla testa e ritrovato in un bagno di sangue da un collega. Un episodio inquietante che gli inquirenti ritengono collegabile al triste epilogo del 7 agosto.