Sarebbe stato colpito da almeno 5 colpi di fucile calibro 12, Pietro Roberto Fragata, pregiudicato di Arzana, 46 anni appena compiuti, ucciso stamani intorno alle 7,30 da uno (o più killer) appostati all'uscita di via Marco Polo, vicino alla sua casa, all'incrocio con via Firenze alla periferia del paese ogliastrino.

Facile la fuga per i killer verso le campagne immediatamente confinanti con il paese o in auto. L'uomo era in affidamento in prova poiché condannato a 15 anni di reclusione per una tentata rapina ad un supermarket di Perugia.  

Fragata, con trascorsi giudiziari turbolenti perchè sospettato di essere un presunto componente della banda dei sardi capeggiata dall'ex latitante Luca Arzu che terrorizzava l'Umbria e la Toscana con gli assalti ai furgoni portavalori, stava andando ad aprire la tabaccheria di famiglia quando è stato raggiunto dai killer che hanno esploso non meno di 7 od 8 colpi di fucile, sembra un calibro 12, caricato a pallettoni. Almeno 4 quelli andati a segno.

L'ultimo, quando probabilmente era agonizzante, è stato esploso da distanza ravvicinata, colpendolo al volto. Sul posto stanno eseguendo i rilievi i Ris di Cagliari.  

I carabinieri della compagnia di Lanusei, del Nucleo investigativo Provinciale di Nuoro si stanno sentendo numerose persone legate agli ambienti del banditismo. Le indagini per l'omicidio di Fragata sembra si stiano orientando verso ambienti criminali legati alle bande degli assalti ai furgoni portavalori.

Una singolare 'coincidenza' è che l'omicidio di Fragrata sia avvenuto a neppure 24 ore di distanza dal blitz dei Carabinieri del Ros e dei Cacciatori di Sardegna ad Arzana. Ieri mattina infatti i militari hanno perquisito la casa dove abita la moglie e una figlia, quella di una sorella e dell'altra figlia del superlatitante Attilio Cubeddu, 70enne primula rossa, condannato a 30 anni di carcere per i sequestri Rangoni Machiavelli e Bauer in Emilia-Romagna nel 1983, e il sequestro Peruzzi del 1981.

Evaso nel 1997 dal carcere nuorese di Badd'e Carros, Cubeddu prese parte al sequestro dell'imprenditore bresciano Giuseppe Soffiantini, di cui fu custode, nelle campagne del grossetano. Nel corso del rapimento Soffiantini rimase ucciso l'ispettore dei Nocs della Polizia Samuele Donatoni.