Sono 3 le persone finite agli arresti domiciliari: 2 allevatori, marito e moglie, più un dipendente di un centro di assistenza agricola, tutti originari di Orgosolo. L'accusa per i due coniugi è quella di aver ottenuto denaro pubblico attraverso false dichiarazioni, che "avallate" dal loro concittadino, impiegato nel posto giusto, gli avrebbero consentito di intascare oltre 1 milione e 200 mila euro.

Secondo gli inquirenti i due allevatori hanno presentato al Comune le autocertificazioni attestanti il possesso di un numero esagerato - e soprattutto inesistente - di capi di bestiame (cavalli, mucche e pecore), a fronte delle quali l'Ente locale ha concesso "in uso civico" migliaia di ettari di terreno pubblico. L'acquisizione delle concessioni pubbliche costituiva il "lasciapassare" per il pagamento dei contributi che avveniva in proporzione ai titoli Pac posseduti.

La richiesta di pagamento veniva effettuata per il tramite del Centro di Assistenza Agricola nuorese ove lavorava l'amico - il terzo protagonista della truffa - il quale, non si limitava solo a fornire ai compaesani le giuste "dritte", ma chiudeva entrambi gli occhi. Sfortunatamente per lui, i controlli però li hanno fatti, al suo posto, gli uomini della Guardia di Finanza di Nuoro. È così emerso anche che, dal 2012, per sopperire alle restrizioni adottate dal Comune nelle concessioni di terreni pubblici i due coniugi avrebbero diversificato le condotte truffaldine, cominciando a presentare presso il Centro di Assistenza Agricola di Nuoro - e sempre con la complicità dello stesso dipendente amico - falsi contratti di affitto di terreni, stipulati con persone quasi sempre all'oscuro della vicenda. Solo tra il 2009 e il 2011 gli arrestati hanno dichiarato di possedere 910 cavalli a fronte degli 8 effettivamente detenuti.

L'estensione totale dei terreni ottenuti dal Comune di Orgosolo ammonta, invece, a 1500 ettari di appezzamenti da destinare al pascolo di animali che, in realtà, non esistevano: una superficie sconfinata, quindi, pari a circa 1500 campi di calcio messi uno di fila all'altro, equivalenti a circa un decimo di tutto il territorio di Orgosolo. A far le spese della spregiudicata avidità degli allevatori, non solo le oltre 200 aziende zootecniche del posto, ma anche quelle nazionali che avrebbero potuto ambire alla fruizione di analoghi aiuti. L'operazione è stata denominata "Carte false".