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Oggi è Natale, festività che celebra la vita, ma la precarietà della nostra esistenza non conosce interruzioni, né fa sconti. Si è appena diffusa la notizia dell’ennesimo incidente stradale in Sardegna. È accaduto nelle prime ore del mattino di oggi vicino a Gadoni, dove ha perso la vita un giovane 22enne del paese che in compagnia di un amico faceva rientro a casa.
Non serve ricorrere alle statistiche delle morti sull’asfalto per scuotere la sensibilità di tutti noi verso una prudenza che non è mai abbastanza. Anche un solo incidente è di troppo, ma negli ultimi tempi la sequela è agghiacciante.
È doveroso riflettere, senza sosta, per richiamare tutti i punti sensibili della nostra coscienza, sul fatto che un nostro errore nella guida può essere distruttivo non solo per noi stessi, ma anche per gli altri.
A distanza di poco più di una settimana, lascia ancora sgomenti, soprattutto per la dinamica dell’incidente, la morte della ragazza 29enne sulla 131 bis, vicino a Sedilo. Se un animale attraversa imprevedibilmente la strada, dov’è la responsabilità dell’uomo? È fatalità? Sono interrogativi che pongono qualche dubbio e che in quanto tali ci devono far riflettere.
Non è fatalità, certo, l’insicurezza delle strade, nella misura in cui sono diventate, colpevolmente e non da ora, delle trappole che neppure la prudenza più scrupolosa può prevenire.
Ancora una volta - oggi è l’incidente mortale di un ragazzo ad incupirci in una giornata di festa che, al contrario, inneggia alla vita - siamo messi di fronte all’uomo che in un attimo passa dalla sua forte gioia di vivere ad una sorte estrema e opposta, ovvero alla sua fine.
Per i credenti e non, la preghiera e la speranza è che l’ennesimo incidente stradale finito tragedia aiuti almeno a prevenirne altri e a proteggere a tutti i costi un patrimonio inestimabile qual è appunto la nostra esistenza.