“Il numero uno del cartello di Medellin in Italia, arrestato in Colombia recentemente, ritenuto il boss numero uno dell’ndragheta, denominato il principe del narcotraffico, Roberto Pannunzi deve essere trasferito in Sardegna. La richiesta precisa e senza mezzi termini del procuratore aggiunto di Reggio Calabria è sconcertante per prevaricazione e determinazione. Pensare che un magistrato possa indicare la Sardegna come cayenna di Stato per personaggi come questi significa che si è ingenerata la convinzione che possiamo sopportare tutto e di più. Le affermazioni fatte stamane dal procuratore aggiunto sono disarmanti anche per la richiesta esplicita di riaprire il carcere dell’Asinara. Tutto questo è inaccettabile e va rispedito al mittente senza se e senza ma. Non è tollerabile che si individui la Sardegna come cloaca per i peggiori criminali non solo mafiosi anche dell’ndragheta”. 
Lo ha detto stamane il deputato sardo Mauro Pili rispondendo al procuratore aggiunto di Reggio Calabria che stamane nel corso di una trasmissione televisiva su rai Uno questa mattina ha dichiarato di voler mandare in Sardegna il principe del narcotraffico e di voler riaprire l’Asinara. Pili che ha presentato un’interrogazione urgente al Ministra a chiesto di sapere a che titolo sono state rese queste affermazioni così gravi da parte di un Magistrato.
“Nel sistema giudiziario nazionale è invalsa ormai la convinzione che tutti i bossi debbano essere trasferiti in una terra di confino. La Sardegna non può e non deve accettare ne questa definizione ne tantomeno la superficialità con la quale organi dello Stato si esprimono parlando di questi argomenti. E’ una degenerazione talmente grave da provocare un danno non solo sostanziale per quel che ne consegue in termini di infiltrazioni mafiose e non solo ma anche sul piano dell’immagine. Dobbiamo reagire pesantemente ad affermazioni come quelle di chi decide che un personaggio come il principe del narcotraffico possa essere ospitato solo in Sardegna con l’indicazione precisa dei due nuovi carceri sardi. Così come è inconcepibile che un uomo della magistratura possa rivendicare la riapertura del carcere dell’Asinara senza sapere che quella struttura è ora un parco nella piena disponibilità della Regione sarda. Spero che nella stessa giornata di oggi queste anticipazioni del procuratore aggiunto di Reggio Calabria vengano smentite per evitare che chi le tollera sia complice di queste aspirazioni”.

Chi è Roberto Pannunzi
Conosciuto come il "principe del narcotraffico", originario di Siderno e legato alla 'ndrina dei Macrì, Roberto Pannunzi, 67 anni, è ritenuto esponente di altissimo profilo 'ndrangheta, con contatti con la mafia siciliana, con personaggi di spicco di alcune famiglie riconducibili al boss Provenzano e perfino con la mafia turca. 

Con il cartello di Medellin, il boss calabrese contrattava alla pari - un legame rafforzato anche attraverso il matrimonio di suo figlio con un'esponente del cartello - per la vendita di ingenti quantitativi di cocaina alle famiglie di 'ndrangheta dei Morabito, Coluccio-Aquino, Romeo, Bruzzaniti, Sergi, Trimboli e Papalia, nonché alle più importanti famiglie di "Cosa Nostra".

Proprio a Medellin, nella zona di El Poblado, Pannunzi fu catturato una prima volta nel 1994. Agli agenti che lo stavano ammanettando offrì un milione di dollari in contanti in cambio della libertà.