PHOTO
Su sei coppie prossime alle nozze, cinque richiedono di potersi sposare sulla spiaggia con lo sfondo marino, ma la Regione lo impedisce.
Residenti e forestieri lamentano: “Lungo l’Adriatico è una pratica che viene svolta da anni, la Regione dovrebbe attrezzarsi”.
La weeding planner, Paola Repetto Consoli, romana, da 20 anni a Cagliari, spiega che gran parte della sua clientela sogna un matrimonio sull’Isola, molti, infatti, provengono dal resto d’Italia e perfino dall’estero. Si tratta, però, di un sogno destinato a scontrarsi con la realtà. A Cagliari, ad esempio, l’offerta è limitata alla sola sala Figari nel Palazzo Bacaredda.
«Puntualmente devo spiegare che nell'Isola non siamo attrezzati per celebrare le nozze in spiaggia», racconta la weeding planner, «Al massimo posso proporre la cerimonia simbolica, ma attira meno».
L’unica possibilità di avere una location al mare, con veli bianchi e sedie rivolte verso l’orizzonte, è quindi quella di “inscenare” una seconda cerimonia dopo aver pronunciato il sì ufficiale in Municipio.
Anche questa offerta è però limitata solo a poche spiagge tra cui Chia, Villasimius e Stintino.
«La spiaggia? Ci stavamo pensando», ammette l’assessore Anna Paola Loi, «ma manca il personale sufficiente, e c'è da organizzare in modo che il segretario comunale possa spostarsi coi registri».
Eppure la clientela, per un sì in riva al mare, sarebbe disposta a sborsare cifre molto consistenti, assicurando importanti entrate non solo per le casse comunali ma anche per i siti turistici.