"Sui social viene sponsorizzata una manifestazione a carattere regionale in difesa della Sanità Pubblica. Tra le tante cose si chiede di partecipare indossando un capo di vestiario giallo e di esporre sul balcone della propria casa l'immancabile drappo sempre di colore giallo. Siamo lusingati nel notare che #larivoltagialla abbia creato attorno a sé tanto interesse perché sappiamo bene che ciò significa che il nostro messaggio di protesta è arrivato un po' ovunque. Siamo orgogliosi nel constatare che proprio dall’Ogliastra sia scaturito l’ulteriore forte segnale per la difesa dei diritti negati". Così in una nota Adriano Micheli, portavoce del coordinamento "Giù le mani dall'Ogliastra".

"I cittadini ogliastrini hanno capito bene che, anche e soprattutto in questo periodo storico, è importante non cedere alle lusinghe delle sirene ma, forti più che mai, occorre lottare fino alla fine - prosegue Micheli -. Ma #larivoltagialla è altra cosa rispetto al solo colore Giallo. #giulemanidallogliastra ritiene opportuno NON partecipare a questa più che giusta giornata di rivendicazioni, tra le altre cose perché già uno dei presupposti che animano questa manifestazione va contro uno dei principi che in oltre dieci anni di lotte e discese in piazza ha sempre portato avanti: i cittadini devono poter dire la loro in piena libertà, arrivando persino a scontrarsi pubblicamente con le idee balzane di certi politici di turno". 

"In poche parole - precisa - 'I cittadini DEVONO protestare e i politici DEVONO recepire!'. Come possono i cittadini esercitare questo loro sacrosanto diritto se a sfilare con loro ci sono proprio quei politici che li hanno costretti a scendere in piazza? Alla manifestazione del 24 giugno sono stati invitati ad intervenire proprio le forze politiche regionali e questo, duole dirlo, contrasta fortemente col modus operandi che ci ha sempre contraddistinto. #giulemanidallogliastra non può scendere in piazza affianco a coloro che, il 25 ottobre 2017, hanno votato o contribuito alla scellerata riforma Arru, né tantomeno può essere attorniata da mille simboli che nulla hanno a che vedere con le proteste dei cittadini. Anche perché, alla fine, la domanda nasce spontanea: 'Contro chi si vuole protestare?'", conclude il coordinatore.