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Duecentotrentuno sindaci della Sardegna scenderanno in piazza per chiedere l’eliminazione di alcuni vincoli imposti dal sistema contabile del bilancio armonizzato e più in generale dalla normativa finanziaria e contabile applicata ai Comuni.
Venerdì 11 novembre, alle ore 10:00, i i primi cittadini sardi si troveranno a Cagliari, in Piazza del Carmine, dove partirà il corteo.
Sotto il palazzo del Consiglio Regionale i sindaci continueranno la manifestazione che “sarà un momento di protesta, ma soprattutto di confronto e di proposta”.
“Questa iniziativa – spiegano i primi cittadini - non è contro il Governo nazionale, nè contro quello Regionale. Con questi livelli istituzionali cerchiamo il confronto e proponiamo soluzioni ai problemi dei nostri Comuni e dei nostri concittadini. L’entrata in vigore delle nuove regole di finanza pubblica ha paralizzato i Comuni che pur essendo stati virtuosi e parsimoniosi nell’utilizzo delle risorse sono stati penalizzati.
“Le nuove regole che impongono il pareggio di Bilancio, infatti – continuano i sindaci - prescrivono che il risparmio d’amministrazione o tecnicamente l’Avanzo di amministrazione, non possa essere utilizzato se non in proporzione al grado di indebitamento e ad altri criteri. Ciò implica che le somme risparmiate se non spese entro l’anno in corso, non possano essere utilizzate nell’anno successivo determinando uno stato di paralisi per i Comuni”.
I sindaci consegneranno ai governanti regionali un documento unitario sul tema della giornata, documento già sottoscritto da 231 sindaci sardi, moltissimi dei quali lo hanno approvato anche nei rispettivi Consigli Comunali.
Tutti concordi sulle forti penalizzazioni subite dalla nuova normativa, i primi cittadini chiedono con forza che venga loro consentito di poter utilizzare le risorse derivanti dai risparmi di spesa e confluiti nell'avanzo di amministrazione. Le somme serviranno ad appaltare opere pubbliche destinate a servizi essenziali per la comunità.
“Si tratta ad esempio – dicono i sindaci - del ripristino dei danni alluvionali, della regimentazione delle acque meteoriche, dell’edilizia scolastica, degli oneri relativi alla gestione dei richiedenti asilo politico (migranti), della viabilità comunale (buche stradali), delle spese inerenti i servizi sociali (nefropatici, talassemici etc. etc.) e tante altre spese necessarie per il benessere collettivo.
Infine, in virtù del fatto che la Regione Sardegna è a statuto speciale, i primi cittadini auspicano che sulla base dell'accordo sottoscritto il 21 luglio 2014 tra il Ministero dell'Economia e delle Finanze e il Presidente della Regione sul superamento del patto di stabilità e sulla generica vertenza entrate, venga completato il percorso tracciato attraverso il coinvolgimento dei Comuni Sardi con un accordo aggiuntivo Stato-Regione, che consenta ai Comuni Sardi di diventare a completa finanza regionale. In altri termini, di avere la Regione quale unico interlocutore per la finanza dei Comuni Sardi. Così facendo, verrebbero eliminate per i Comuni della Regione Sardegna molte incombenze derivanti dalla norme del bilancio armonizzato.