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Con l'accensione del fuoco di Sant'Antonio e con l'uscita delle maschere tradizionali de Is Arestes e s'Urtzu Pretistu anche la comunità di Sorgono entra nel vivo delle manifestazioni che aprono il Carnevale di Sardegna.
Nel centro del Mandrolisai, in occasione “de sa Tuvara” è stato presentato il cortometraggio dal titolo “In su coro d'ennarzu”, un lavoro che, attraverso le poesie del gesuita di Neoneli Bonaventura Licheri, offre un'utile spiegazione per capire quali percorsi sono stati intrapresi per riproporre, dopo un attento lavoro di ricostruzione, la maschera etnica locale.
Le immagini accompagnano una parte della nostra storia che inizia nel 1767 quando Papa Clemente XIII invia in Sardegna Padre Giovanni Vassallo per catechizzare i popoli dell'entroterra isolano. Il Pontefice riteneva indispensabile sconfiggere una volta per sempre il perdurare dei riti pagani che si intrecciavano con quelli religiosi. Padre Vassallo, in quell'occasione, veniva accompagnato dal giovane Licheri a cui si deve la poesia “Atobios Santu Mauru d'ennarzu” del 1767, grazie alla quale è stato possibile dare una forma alle maschere sorgonesi.
La presentazione del cortometraggio ha registrato un grande successo di pubblico per un evento che, a partire dal 16 di gennaio, accende oltre che il fuoco di Sant'Antonio anche i riflettori sul carnevale etnico del Mandrolisai. La manifestazione “de Sa Tuvara” si è chiusa il 18 gennaio con la sfilata delle maschere etniche sarde. L'iniziativa è stata organizzata dall'amministrazione Comunale, dall'associazione Mandra Olisai, dalla Pro loco, dai volontari della Protezione civile e da tanti che hanno voluto contribuire alla riuscita dell'evento.
«Siamo molto soddisfatti - dicono i componenti dell'associazione Mandra Olisai - perché “sa Tuvara” sorgonese ha riunito e coinvolto tutta la nostra comunità e richiamato numerose presenze del territorio. Le persone coinvolte nell'organizzazione hanno lavorato duramente e il risultato è stato straordinario».