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Le file delle ambulanza all'ospedale San Francesco di Nuoro, il servizio di tracciamento fuori controllo, le Usca insufficienti e le difficoltà del reparto di Oncologia del nosocomio nuorese, sono stati i temi al centro dell'incontro tra l'assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, e una decina di sindaci del centro Sardegna, riuniti nella sala consiliare di Silanus, reduci dalla manifestazione di domenica scorsa davanti al San Francesco per denunciare i limiti della sanità territoriale in questa seconda ondata di contagi da Covid.
Riunione definita costruttiva e improntata alla massima collaborazione da ambo le parti, anche se i sindaci hanno annunciato che vigileranno sugli impegni presi dalla Regione, pronti a ritornare in piazza se dovessero essere disattesi. Le novità le ha riassunte Nieddu. "Stiamo lavorando per dare risposte in tempi rapidi al servizio di Igiene Pubblica con le assunzioni previste dal bando della Protezione civile e da quello dell'Ats per i 500 medici non specializzati.
Potenzieremo poi le Usca e ne istituiremo altre due, una a Macomer e una a Siniscola, che serviranno a decongestionare la grande Usca di Nuoro.
Quanto alle file di ambulanze al San Francesco, ci stiamo organizzando per migliorare la logistica e l'accoglienza dei pazienti Covid e dalla prossima settimana sarà di supporto anche l'ospedale da campo con nuovi medici e infermieri".
Capitolo malati di tumore. "Il miglioramento della logistica per fronteggiare l'epidemia ci ha costretto a trasferire il reparto di Oncologia per fare posto ai pazienti Covid. Non era questa la soluzione che auspicavo - ha chiarito l'assessore - purtroppo non è stato possibile decidere altro, anche se ho ottenuto tutte le garanzie per i pazienti oncologici".
Sindaci soddisfatti ma prudenti. "L'assessore ha risposto con degli impegni alle criticità da noi sollevate. Crediamo nella sua parola ma vigileremo affinché entro una decina di giorni le parole vengano tramutate in fatti altrimenti - promette il sindaco di Silanus Gian Pietro Arca - torneremo alle azioni di protesta".
Diversi paesi del centro Sardegna sono entrati in lockdown per cercare di arginare l'avanzata del virus, diventando così delle mini-zone rosse per effetto di ordinanze emesse nei singoli Comuni. Un peso enorme per i sindaci.
"Chiusure urgenti dettate dall'emergenza ma decretate solo da noi sindaci - sottolinea il primo cittadino di Orani Antonio Fadda - credo invece che queste siano decisioni da prendere dall'alto, anche perché le attività e i lavoratori costretti a chiudere abbiano diritto al ristoro degli aiuti statali, così sono tagliati fuori".