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"Nessuno ha mai proposto, in nessun documento, di chiudere l'ospedale di Sorgono".
Lo ribadisce l'assessore alla Sanita', Luigi Arru, dopo la protesta oggi di sindaci e cittadini dei 13 Comuni del Mandrolisai, della Barbagia e del Barigadu, preoccupati per un eventuale ridimensionamento dell'ospedale San Camillo di Sorgono, in seguito alla riorganizzazione della rete ospedaliera.
I sindaci del territorio nel nuorese hanno ribadito anche oggi la richiesta che l'ospedale diventi "struttura di zona montana".
"Facendo riferimento all'articolo 3 del regolamento del Patto della salute, il San Camillo è stato dichiarato ospedale di zona disagiata, perché' è situato in zona di montagna, con viabilità non ottimale - sottolinea Arru- nonostante l'ospedale venga utilizzato solo per il 50%, si sta proponendo un reparto di medicina per acuti, la condivisione con posti letto di chirurgia programmata (day surgery, week surgery), in condizioni di massima sicurezza e qualità, un servizio di dialisi, un servizio di radiologia (radiologia tradizionale, Tac, mammografo, ecografia), un laboratorio, il pronto soccorso integrato con il nuovo sistema di emergenza-urgenza Areus".
Inoltre, "stiamo proponendo un ospedale di comunità, come punto di raccordo tra ospedale per acuti e il territorio (cure intermedie) con la proposta di riorganizzazione del territorio con le case della salute- conclude l'assessore- resto comunque sempre disponibile al dialogo e al confronto".
LA REPLICA DEL CAPOGRUPPO DI FORZA ITALIA PIETRO PITTALIS
"L'assessore Arru dispensa dosi di calmante a mezzo stampa, ma la delibera adottata dalla Giunta a febbraio prevede l'eliminazione dei servizi essenziali relativi all'ospedale di Sorgono".
Cosi il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, dopo l'incontro oggi in Consiglio con i sindaci della Barbagia-Mandrolisai, scesi in piazza questa mattina a Cagliari in difesa del presidio ospedaliero di Sorgono.
"Il rischio è - prosegue Pittalis - quello di lasciare un intero territorio privo di servizi essenziali, di creare una sanità di serie B e di accentuare le sperequazioni tra i vari territori. Non è una questione di termini, sui quali invitiamo la Giunta a non fare il gioco delle tre carte, ma è in gioco la salvaguardia di un presidio vero, funzionante, calibrato sulle esigenze della collettività. Per l'azzurro "non si può pensare di applicare modelli bocconiani, senza alcun adeguamento alla conformazione dei territori, alla viabilità, alle giuste rivendicazioni della popolazione. La Giunta- conclude - ascolti la voce dei sindaci e delle migliaia di cittadini che oggi chiedono nient'altro che la giusta attenzione al diritto alla salute".