Il Consorzio di Tutela dell’Agnello Igp di Sardegna fissa chiari i propri obiettivi facendo tesoro dei numeri legati alla crescita registrata dall’ente negli ultimi anni. 

Cifre rese note dai vertici del Consorzio all’ultima assemblea dei soci, in cui è stata sottolineata anche la costante crescita del numero dei soci attestata a 4.358 nel 2018.

«Un risultato sperato ma che ancora dobbiamo migliorare, perché la forza dell’agnello di Sardegna è data dalla copertura totale della produzione sotto l'Igp» ha sottolineato il presidente del Contas Battista Cualbu. Numero che si rispecchia anche nella quantità di agnelli. 

«L’anno scorso infatti c’è stata una leggera flessione del numero degli agnelli macellati, circa 73.2000 agnelli, rispetto al 2016 (752.000 capi) – ha spiegato il direttore del Contas Alessandro Mazette –, ma questo è dovuto alle calamità naturali come la siccità, che ha messo a dura prova gli allevamenti e quindi anche la riproduzione».

La provincia più produttiva risulta essete quella di Sassari con 235mila agnelli certificati nel 2017 contro i 172mila del territorio cagliaritano e i 170mila della provincia di Nuoro, con Oristano ultima con 128mila.

Numeri che descrivono bene la ripartizione dei soci e delle aziende, concentrate nella maggior parte nel nord della Sardegna, che detiene anche il record per la media dei capi macellati in ogni azienda (182). La produzione è concentrata nel mese di dicembre scemando via via nei primi mesi dell’anno fino a Pasqua. 

Secondo le rilevazioni Ismea, il prezzo dell’agnello pagato al pastore infatti, secondo le rilevazioni Ismea nel periodo di maggiore richiesta e offerta del 2017, è arrivato a toccare i 4,06 euro/kg nel 2017 per poi scendere nel periodo immediatamente successivo a poco meno di 3 euro/kg. 

«Su questo stiamo lavorando molto, puntando a destagionalizzare la presenza dell’agnello e allargare il perimetro del mercato anche perché oggi l’Italia è fanalino di coda in Europa nei consumi di carne ovina con soli 2,5 grammi a persona» ha rimarcato Cualbu. 

L’intento è anche quello di studiare nuovi mercati, si promuove l’agnello Igp nelle fiere internazionali anche perché il dato oggettivo è quello della crescita della richiesta extra Europa. 

«Nel 2017 l’export del mercato ovicaprino in Europa ha registrato un incremento del 25% – ha aggiunto Mazzette -. Questo grazie ad un aumento delle esportazioni verso Emirati Arabi (dove l’anno scorso l’Italia ha inviato per la prima volta importanti volumi), Israele e Libia, anche se a livello mondiale il principale importatore resta la Cina (+18%)». 

“In questo 2018 sono state tante le tappe promozionali per il nostro prodotto che ci ha visto confrontarci con i mercati di tutto il mondo alle principali fiere internazionali – ha sottolineato ancora Cualbu -. Negli Emirati Arabi al The Speciality Food Festival, in Olanda alla Fiera del pastoralismo, a Milano al  TuttoFood, e a Parma con Cibus. Assieme alla partecipazione come partner di importanti giornate di studio promosse dai principali enti che si occupano di agroalimentare possiamo dire che tanto è stato fatto e tanto resta da fare». 

Intanto è in fase di definizione il ricettario con tutte le varianti culinarie dove l’agnello Igp è valorizzato assieme alle eccellenze culinarie della Sardegna.