Medici, infermieri, operatori sanitari. Sono loro gli eroi della lotta forsennata al coronavirus, protagonisti involontari delle immagini simbolo di queste lunghe giornate di emergenza.

Veterani e neolaureati, giovani e adulti, uomini e donne. Da Bergamo a Palermo, da Sassari a Torino. Gente italiana. Tutti, indistintamente, hanno risposto "sì" a una straordinaria chiamata al sacrificio. Si contano a migliaia, fra loro, i positivi al Covid-19.

Tante le testimonianze struggenti di una quotidianità che oggi più che mai li vede confrontarsi con coraggio con i drammi altrui, quando devono lottare per salvare una vita, o con le proprie paure, quando apprendono di essere entrati nel novero degli infettati dal nemico che combattevano. 

Merita di essere condivisa la lettera scritta ad amici e colleghi da un'infermiera impiegata presso il reparto di Cardiologia del Santissima Annunziata di Sassari. La paura di contrarre il virus si è materializzata nella consapevolezza di un contagio che non ha spento la speranza nel domani e, anzi, ha affermato ulteriormente le certezze più importanti. La famiglia, gli amici, l'amore per un lavoro che è amore per gli altri. Ecco il testo:

"Oggi vi dico questo, perché mai come in questi tre giorni ho potuto toccare con mano che pur nella lontananza fisica si può essere in piena comunione. Vi ho sentiti tutti profondamente vicini, ho percepito il vostro desiderio di essermi di conforto. Ho potuto sperimentare nella mia anima impaurita il beneficio della vostra preghiera, anche di quella recitata da persone che pensavano di non essere capaci di comunicare con Dio e invece ci sono riuscite". 

"Ora sono a casa, tra i miei affetti più cari, e tutto sarà più semplice ma avrò ancora bisogno del vostro sostegno. Grazie a voi, compagni di questa avventura che improvvisamente ci ha travolti. In questi giorni difficili ci siamo presi per mano e ci siamo accompagnati verso la luce".

"Sono certa che ognuno di noi ne uscirà rafforzato nella consapevolezza del privilegio che ci è stato riservato nella possibilità di svolgere questo mestiere. Grazie a tutti, uno per uno. La battaglia è dura ma insieme ne usciremo, forse tutti un po' migliori. Grazie. Restate a casa".