"In Sardegna, in questo fine settimana, anziché far permanere due Canadair come pianificato, il Dipartimento ha ritenuto di lasciare sull'isola anche un terzo velivolo, proprio in considerazione sia delle previsioni sia del numero di incendi ancora attivi nel pomeriggio di sabato", lo ha spiegato il Dipartimento della Protezione civile, rispondendo così anche alle parole del deputato Mauro Pili (Unidos).

 

"Per lo schieramento della flotta statale, nel periodo di massimo impegno, individuato nelle Raccomandazioni della Presidenza del Consiglio dei ministri a partire dall'8 luglio, sono previsti tre Canadair in Sardegna, come ampiamente noto alle diverse componenti e strutture operative del sistema impegnate nella campagna antincendio boschivo. Su questo aspetto è utile ricordare - ha sottolineato - che il Dipartimento della Protezione Civile coordina ogni giorno, attraverso il Centro Operativo Aereo Unificato (Coau), il concorso della flotta aerea dello Stato alla lotta attiva agli incendi boschivi sull'intero territorio nazionale, con l'obiettivo di sostenere l'impegno delle squadre a terra e dei velivoli regionali negli interventi più complessi, che mettono a repentaglio vite umane, centri abitati e ambiente.

In base al principio di sussidiarietà deve garantire, con un numero limitato di velivoli, il supporto a tutte le Regioni d'Italia: per fare questo è necessario ottimizzare la dislocazione di elicotteri e aeromobili della flotta dello Stato, basandosi sui dati relativi agli eventi che si registrano ogni anno e richiedono un intervento nazionale, sui livelli di rischio e, ovviamente, sulla disponibilità di basi operative nelle diverse regioni.

Su questo punto va detto che in Sardegna, in questo fine settimana, anziché far permanere due Canadair come pianificato, il Dipartimento ha ritenuto di lasciare sull'isola anche un terzo velivolo" "Non ci risultano ritardi. Come noto, ci sono tempi tecnici incomprimibili per la mobilitazione dei Canadair dal momento della ricezione della richiesta di concorso aereo (nello specifico, 30 minuti per verificare tutte le procedure di sicurezza) cui si aggiunge il tempo di volo dalla base per raggiungere il luogo dell'intervento. In merito alle previsioni, poi, che sono uno strumento indicativo, per gli operatori, del livello di suscettività degli incendi, è bene sottolineare -ha precisato la Protezione civile - che questo non significa che dove è indicato un basso livello non possano verificarsi incendi poiché, purtroppo, l'azione dell'uomo, dolosa o colposa che sia, riesce a provocare situazioni di criticità anche in condizioni naturali non favorevoli all'innesco di incendi. Sul punto della cosiddetta ricognizione armata, chi si occupa di incendi sa perfettamente che questo strumento è considerato come straordinario nelle procedure operative, dato che senza un direttore delle operazioni di spegnimento a terra il rischio di provocare ulteriori danni e mettere a rischio la vita delle persone è concreto. D'altronde, in un contesto di ristrettezze, sia economiche sia di mezzi, si pensa davvero che questa sia una soluzione praticabile e sostenibile? Infine, un interrogativo: anziché di criticare sempre sistemi che funzionano e mettono in campo il massimo sforzo possibile, perché non si stigmatizza il comportamento di chi appicca gli incendi e di chi non si occupa ordinariamente di prevenzione e manutenzione?".