3 giugno 1979 – 2 luglio 1994, Emilio Mele, (i parenti e gli amici). Così recita la targa sulla lapide in marmo posta ai piedi di Masuni Pollastu, in località Poggio dei Pini (nei pressi degli ex fortini militari a Monte Pauliara, Capoterra), dove quel terribile giorno di 26 anni fa annegò il 15enne, Emilio Mele.

La vicenda balzò agli onori della cronaca nera come il ‘delitto del laghetto’, quando anche la Corte di Cassazione del Tribunale di Cagliari, come riportava il cartaceo La Nuova Sardegna all’epoca dei fatti, confermò la condanna nei confronti di un amico, che all’epoca dei fatti aveva 16 anni e che fu ritenuto poi dal Giudice (che lo condannò a 9 anni di reclusione quando compì la maggiore età), il responsabile della morte del povero Emilio.

Una storia dolorosa

Dopo tre anni di indagini, gli inquirenti sospettarono che si fosse trattato infatti di omicidio volontario e non di tragica fatalità: la verità emerse solo qualche anno dopo dal tragico episodio, quando in paese una signora assistette ad una chiacchierata tra suo figlio ed un amico in cui discutevano di ciò che era realmente successo in quel luogo di dolore e così decise di raccontare tutto ai Carabinieri. Le indagini dimostrarono di fatto che fu un suo coetaneo (anch'egli all'epoca dei fatti minorenne), a spingere Emilio nel laghetto, che non sapeva nuotare e nemmeno le sue grida d’aiuto disperate vennero ascoltate: Emilio non fu salvato ma lasciato annegare.