PHOTO
Quello che non è stato consentito al centrodestra - ritoccare il Ppr di Soru - lo dovrà fare la Giunta Pigliaru. Francesca Barracciu, sottosegretaria ai Beni culturali, lo auspica e promette la collaborazione del ministero, per conto del quale ha curato negli ultimi mesi il rapporto con la Regione.
Un dialogo che ha portato al recente annullamento della delibera con cui Cappellacci aveva varato il cosiddetto Pps (Piano paesaggistico dei sardi), revisione energica del Ppr del 2006. Cosa che consentirà al governo di ritirare il ricorso contro la Regione. Ma ora, secondo Barracciu, serve un aggiornamento delle norme volute da Soru, «troppo manichee» e rigide: «L'annullamento del Pps di Cappellacci, io lo considero un punto di partenza. Non certo un punto di arrivo».
Che cosa intende dire?
«Che ora può ripartire il dialogo tra Regione e ministero per dotare la Sardegna di uno strumento di pianificazione paesaggistica adatto al tempo presente».
Quindi il Ppr del 2006 non è uno strumento adeguato?
«Proponevo di ritoccarlo già nel programma per la candidatura alle primarie per la presidenza della Regione. E l'ha detto anche Pigliaru in campagna elettorale».
Giunta e ministero lavoreranno insieme alla revisione?
«Con l'assessore Erriu abbiamo dialogato molto in questi mesi. C'è grande sintonia sulla necessità di una ripartenza».
Sembrava che il ministero avesse una posizione conservativa, rispetto alle tutele attuali.
«Se davvero l'approccio è stato questo, è perché la controparte regionale per cinque anni ha cercato sotterfugi per aggirare la copianificazione. Ma neanche il ministero può fare il padre padrone».
Lei però rappresenta quel punto di vista.
«Certo, con totale lealtà. C'è qualche visione diversa anche con l'attuale Giunta, sull'obbligatorietà della copianificazione. Ma dico chiaramente che il ministero non può permettersi di pensare che la classe dirigente sarda vada tenuta sotto tutela, e che non sappia creare le giuste condizioni per lo sviluppo dell'Isola».
In che cosa deve cambiare il Piano paesaggistico?
«Credo che debba dare certezze a cittadini e imprese, essere comprensibile da tutti, garantire tempi e diritti. E soprattutto sostenere la vocazione agricola e quella turistica della Sardegna».
Entriamo nel dettaglio. Quali parti funzionano meno?
«Le norme transitorie troppo rigide impediscono di creare volumi funzionali ai servizi per il turismo e l'agricoltura. Pur stando attenti ai furbi, è giusto non ostacolare queste vocazioni produttive».
Le norme transitorie sono efficaci solo perché pochissimi Comuni hanno adeguato i propri piani urbanistici.
«Questo è accaduto perché i Comuni sono stati lasciati soli. La Regione deve aiutarli con risorse economiche e una task force dedicata all'adeguamento dei Puc. Già una nuova legge urbanistica potrà superare alcune rigidità».
Chiede una revisione del Ppr, ma il centrosinistra ha fatto la guerra a Cappellacci. Una contraddizione.
«No: il Piano di Cappellacci era inaccettabil