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È già passato un anno da quella drammatica sera, quando il cuore di Fonni mancò un battito, anzi, quattro. Tanti erano i giovani scomparsi in seguito a un terribile incidente avvenuto alle porte del paese.
La comunità barbaricina, l'indomani, si risvegliò distrutta dal dolore, sotto una cappa di strazio e cordoglio per la morte di Michele Coinu, 21 anni, Lorenzo Figus, 17, Michele Soddu, 22, e Marco Innocenti, 18.
LA RICOSTRUZIONE
I ragazzi erano usciti dal caseificio Fattorie del Gennargentu di Fonni, dove lavoravano, alle 14.30. Fino alle 17 si trovavano in giro per il paese. L'incidente avvenne attorno alle 18, ma i corpi dei giovani vennero ritrovati solo attorno alle 20. I quattro, sin da giovani, partecipavano alle manifestazioni equestri dilettandosi nelle pariglie a cavallo. Quella sera, attorno alle 18, viaggiavano a bordo di un'auto volata fuori strada lungo la Sp 69, che conduce all'Ippodromo San Cristoforo. La Fiat Punto rossa, dopo essersi schiantata contro un albero, rotolò rovinosamente prima di arrestare la sua terribile corsa in aperta campagna.
L'allarme scattò quando i familiari persero le loro tracce, i telefoni dei ragazzi muti e sordi da ore. Prima della mezzanotte la tragica scoperta da parte dei soccorritori e degli amici e parenti dei quattro.
LACRIME E DOLORE A FONNI
"Un tragedia immane, un dolore troppo grande e un silenzio devastante in ogni angolo del paese. Ci sarà bisogno di tutte e tutti noi per stringere forte quattro famiglie che non trovano pace. Ci sarà bisogno di tutte e tutti noi per consolare gli amici e le amiche disperati. Ci sarà bisogno di tutte e tutti noi per superare insieme questo dolore che ha invaso chiunque. Michele, Marco, Lorenzo, Michele, figli di ognuno di noi", scrisse sui sociale la sindaca del paese Daniela Falconi.
Quest'anno, il 1° novembre alle ore 17, presso la basilica di Nostra Signora dei Martiri si celebrerà il primo anniversario della scompara dei ragazzi.
IL VESCOVO DI NUORO: "DIO NON È MAI DISTRATTO"
Proprio il 1° novembre dello scorso anno, festa di Ognissanti, il vescovo di Nuoro Mons. Antonello Mura celebrò le esequie davanti a centinaia di persone in una basilica della Madonna dei Martiri investita da un'atmosfera surreale."Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Nel brano del Vangelo di oggi, quello della solennità di Tutti i Santi, è presente per nove volte la parola beati. Gesù presenta le beatitudini di una vita vissuta secondo Dio, e alcune di esse - ai nostri occhi solo terreni – potrebbero apparire paradossali o utopistiche. Esse, in realtà, parlano, della nostra vita, di tutti i suoi momenti. Parlano delle nostre aspirazioni e delle nostre lotte per conquistarle o difenderle, ci confermano nella certezza che Dio non è mai distratto di fronte a ciò che ci accade".
"Lorenzo, Michele, Marco, Michele, pensandovi all'interno di quattro bare, i nostri occhi non smetterebbero di piangere! E ogni consolazione sembra insufficiente. Dio, ti preghiamo, non smettere di consolarci! Un abbraccio che arriva da questa comunità, stravolta e smarrita, dal suo parroco che, sempre a nome di Dio e della Chiesa manterrà l’abbraccio vivo e fecondo; dal suo sindaco, dalle comunità dell’intera Diocesi e dai suoi sacerdoti. Dalle altre comunità e persone che hanno mostrato grande sensibilità materna e fraterna".
"LORO CI CONSOLERANNO"
"Cari genitori, e con gli altri figli e figlie, e tutti i familiari, sia per voi almeno un po’ consolante sapere che non siete famiglie dimenticate, ma amate di più, e incoraggiate a recuperare per voi e per tutti ragioni di vita e di speranza. Nel nome e per conto dei vostri cari".
"Provo ad immaginare cosa ci direbbero in questo momento Lorenzo, Michele, Marco e Michele. Loro conoscono il pianto delle loro famiglie e anche il nostro, sanno che abbiamo bisogno di consolazione. Ma loro stessi, sono certo, ci dicono: la vostra vera beatitudine è quando il pianto si trasforma in un rialzarsi, in un riprendere il cammino. Ricordateci felici, aggiungerebbero, imparate ad esserlo pensando come noi volevamo esserlo. Giusto allora ricordarli così. Li abbiamo conosciuti felici, capaci di sorprenderci in modo positivo nella loro amicizia e nella vita del paese. In sintonia con la loro giovane età e quindi fedeli ai loro svaghi e ai loro sogni".
"Tutto questo, ai nostri occhi, si è interrotto improvvisamente, ma non a quelli di Dio, che vede oltre e sa leggere tutto con amore, anche quando la morte irrompe improvvisamente come un ladro. Pensando a loro, mi rivolgo anche a voi giovani, che piangete con noi adulti. Scoprire il motivo per cui vale la pena di vivere aiuta a dare un senso a ogni cosa, anche quando – come ora - la gioia di vivere è contraddetta dalle prove, dalle sofferenze, dalla morte. Amate la vita, sempre. Custoditela e difendetela, perché un giorno diverrà un tesoro che nessuno vi potrà rubare".
"CI SONO SEMPRE"
"Oggi facciamo memoria di Tutti i Santi che ci hanno preceduti. Questo vuol dire che crediamo fermamente che essi ci sono, sono presenti. Vivono solo in una modalità diversa dalla nostra, ma ci sono sempre. Questo perché la loro vita, portata a compimento, è destinata a non scomparire mai. Se è vero che il nostro pianto rimane, sentiamoci consolati da un Dio che si prende a cuore anche ora, e per sempre, nonostante la morte, di Lorenzo, di Michele, di Marco e di Michele".
"Saremo beati perché, nonostante il pianto, custodiamo questa speranza. Saremo beati perché abbiamo fede in Dio, che non dimentica i nostri giovani. E ci rivolgiamo anche a te - Santa Maria dei Martiri - che ben conosci il senso del soffrire per un figlio: ti chiediamo di non dimenticare di regalarci consolazione, dove sembra impossibile averla. Così sia."

