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Il deputato sardo Mauro Pili nega la fiducia al Governo Letta e indica i dieci motivi per votare contro.
1) non ha adottato il decreto attuativo richiesto sin dal primo giorno della legislatura per il riequilibrio infrastrutturale per ricomprendere la Sardegna all’interno del piano strategico infrastrutturale del Paese;
2) ha confermato la convenzione con la Tirrenia senza revocarla come era necessario per tutelare la coesione nazionale e i diritti universali di eguaglianza dei cittadini sardi;
3) ha continuato a negare l’accordo bilaterale con l’enel per dare energia elettrica ad ALCOA e alle imprese energivore che ha provocato la perdita di 10.000 posti di lavoro;
4) ha confermato e disposto l’invio in Sardegna del 50% dei capimafia;
5) non ha restituito l’Imu ai sardi nonostante l’illegittimità costituzionale palese e riscontrata anche dalla corte costituzionale;
6) ha consentito, con la complicità della Regione, di avviare una continuità territoriale aerea che per tre mesi all’anno vedrà la Sardegna discriminata con costi esorbitanti per tutti coloro che vorranno raggiungerla;
7) ha confermato la totale inconsistenza per il piano Sulcis già proposto e avallato dal precedente governo Monti;
ha continuato a proteggere l’Eni, che continua a non avviare le bonifiche dei siti di Porto Torres;
9) ha continuato a non fare niente per sbloccare i cantieri della SS.131
10) non ha destinato un solo euro per la lotta agli incendi, lasciando sola la Sardegna, preferendo l’acquisto di F35 piuttosto che i canadair necessari per contrastare il disastro;
Questo pomeriggio il deputato sardo ha annunciato il suo voto contrario al Governo Letta.
“Non vi è una sola ragione per votare la fiducia a questo governo strabico, succube e complice dei poteri forti che mettono in ginocchio la Sardegna. Un governo che discrimina la nostra isola, una compagine di governo che non ha mosso un dito per affrontare la questione Sarda, confermando un atteggiamento vessatorio dello Stato verso la nostra terra. Non partecipo a queste sceneggiate e confermo con forza il mio giudizio e la mia decisione assunta in tempi non sospetti di stare all’opposizione di questo governo che non decide, che protegge i nemici della Sardegna e dei Sardi, incapace di invertire un solo dato strutturale, dal debito, alla disoccupazione”.
“Un governo tanto per stare al governo – ha detto Pili. Una compagine che rispecchia in tutto e per tutto il governo Monti. Pensano al Pil e ottengono l’effetto contrario, pensano all’occupazione e aumenta la disoccupazione, pensano al debito pubblico e aumenta il debito pubblico, aumentano le tasse e diminuisce il gettito fiscale. Insomma, un governo che conosce solo la retromarcia. E sull’altare fasullo dell’interesse primario e nazionale l’unica terra ad essere sacrificata è proprio la Sardegna. Basta vedere il riparto delle risorse infrastrutturali, un cittadino calabrese negli ultimi 15 anni ha avuto 23.000 euro, un sardo appena 3.400. Come risponde il governo Letta a questa discriminazione? Cancellando la Sardegna dalle opere strategiche nazionali”.
“Questo governo, questo Stato, - ha detto Pili - trattano la Sardegna come una colonia, isolata e da isolare. Abbiamo occupato porti e aeroporti, abbiamo occupato navi e strade, abbiamo rivolto un pubblico e reiterato appello al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio per cancellare queste discriminazioni, a partire dalla convenzione con la Tirrenia e dall’esigenza di adottare un decreto attuativo sul riequilibrio insulare. Abbiamo ricevuto ris