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“Numeri italiani che appaiono assolutamente sbilanciati soprattutto se raffrontati con quelli degli altri Paesi europei. In sostanza, il più alto numero dei casi identificati in Italia potrebbe essere correlato solo ad una più diffusa e intensa azione di screening”. Lo sottolinea l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Ignazio Corrao che ha presentato un’interrogazione alla Commissione Europea, per chiedere “Chiarezza sulle differenze di approccio alla crisi epidemiologica degli stati membri dell’Unione Europea”.
“I numeri ufficiali delle autorità sanitarie – ha aggiunto Corrao – parlano per l’Italia di oltre 4mila test già effettuati, mentre ad esempio in Francia le autorità comunicano circa 400 test effettuati. Nel nostro Paese la possibilità di effettuare o meno gli screening è demandata ai medici territoriali competenti dopo una prima valutazione dei sintomi. Attualmente in Europa 366 ospedali e 73 siti pediatrici delle reti Prepare, Combacte e Penta stanno contribuendo, tramite sforzi collettivi, nella standardizzazione delle informazioni raccolte dai pazienti affetti. Serve però chiarezza sulla reale portata del rischio e del fenomeno in Europa”.
“Per questa ragione – ha concluso – ho chiesto alla Commissione Europea di rendere noto il numero totale e quello medio dei test effettuati per ciascuno Stato membro dell’Unione Europea e la percentuale di risultati positivi in relazione ai test”.