Il Capo della Polizia, Franco Gabrielli, è a Cagliari per partecipare alla seduta sulla violenza di genere prevista in Consiglio regionale.

Gabrielli è stato accolto questa mattina in presidenza dal massimo rappresentante dell'Assemblea Sarda, Gianfranco Ganau, che ha donato al prefetto un volume sulla Sardegna ed una spilla con l'immagine dei Quattro Mori che Gabrielli ha sistemato sul bavero.

"Mi sento profondamente italiano e quindi anche profondamente sardo". Ha aperto i lavori Ganau, è poi seguito l'intervento del presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e del prefetto Gabrielli.

AMAREZZA PER BANCHI VUOTI - "Sono orgoglio di essere qua in questo consesso di territorio a cui ogni italiano è affezionato. Provo amarezza per il fatto che la presenza di un rappresentante delle istituzioni sia motivo di scontro, le istituzioni sono da salvaguardare, io non sono un funzionario del governo ma dello Stato e la mia nomina è avvenuta attraverso un decreto del presidente della Repubblica. La mia amarezza si allarga al fatto che mio sogno da italiano è che questo Paese tratti temi così importanti come la violenza di genere e la sicurezza come patrimonio comune e non come argomento su cui si vincono campagne elettorali". Così il capo della Polizia, Franco Gabrielli, durante il suo intervento in Consiglio regionale a Cagliari, riferendosi al fatto che l'opposizione di centrodestra ha deciso nei giorni scorsi di disertare l'Aula per protesta contro la politica sulle migrazioni messa in atto dal Governo.

VIOLENZA CONTRO DONNE, DENUNCE +33% IN CINQUE ANNI- "Ci sono dati sconfortanti per un verso e confortanti per un altro: paradossalmente conforta il fatto che dal 2011 al 2016 siano aumentate del 33% le denunce di maltrattamenti in famiglia". Così il Capo della Polizia di Stato, Franco Gabrielli, durante il suo intervento in Consiglio regionale a Cagliari dove è in corso l'illustrazione di una mozione sulla violenza di genere.

"Il fatto che le denunce siano aumentate non significa infatti che si è diventati più violenti ma che si è creato un sentiment per cui la vittima ha sempre più fiducia nel rendere manifesta la propria condizione", ha precisato. "Noi ci siamo e ci saremo - ha sottolineato Gabrielli - ed è importante che la comunità ci viva non come momento di repressione ma come baluardo di legalità e opportunità per far sì che le persone oggetto di sopraffazione possano vivere in una condizione diversa".