La Chiesa sarda è in festa per la notizia che arriva da Roma, dove il Dicastero per le Cause dei Santi ha portato a compimento il processo che culminerà nella beatificazione del religioso Padre Angelo Angioni, nato il 14 gennaio 1915 a Bortigali.

Ad autorizzare il decreto per la beatificazione del religioso, già riconosciuto dalla Chiesa Servo di Dio, è stato Papa Leone XIV, che ha riconosciuto il titolo di Venerabile al sacerdote sardo.

CHI ERA PADRE ANGIONI

Due anni dopo la sua nascita, la famiglia Angioni si trasferì a Ozieri dove Angelo trascorse l’infanzia in un clima caratterizzato da una profonda e genuina fede religiosa che ispirò la vocazione sua e del fratello maggiore Antonio Giuseppe, che nel 1968 divenne vescovo di Pavia. Nel 1926 entrò nel Seminario Minore Diocesano ozierese e, dopo essere stato alunno del Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME), per motivi di salute rientrò in Sardegna e fu accolto nel Pontificio Seminario Sardo di Cagliari come seminarista della diocesi di Ozieri.

Il 31 luglio 1938 ricevette l’ordinazione sacerdotale e, dopo aver svolto per dieci anni il suo ministero come viceparroco e poi parroco, nel 1948 fu nominato Rettore del Seminario diocesano di Ozieri. "In quegli anni – raccontano le cronache e le testimonianze raccolte dal Dicastero per le Cause dei Santi – s’impegnò per costituire una comunità diocesana di sacerdoti oblati, consacrati alle Missioni popolari e a quelle estere sull’esempio del beato Paolo Manna. Quando, in occasione dell’Anno Santo del 1950, venne inviato a Roma dal vescovo di Ozieri per chiedere un luogo di missione per gli Oblati, gli fu indicata la diocesi di São José do Rio Preto, in Brasile, che necessitava di sacerdoti".

UNA VITA IN MISSIONE

Nel 1951, Padre Angelo, in qualità di sacerdote fidei donum, si inserì dapprima come cooperatore e poi come parroco nella parrocchia di São João Batista do Rio Preto, presso la quale esercitò il ministero fino alla morte.

Il suo ideale missionario si concretizzò nell'impegno oltre che nell’attività pastorale anche nel campo sociale ed educativo, favorendo la creazione di una scuola parrocchiale e avviando l’Istituto Missionario del Cuore Immacolato di Maria, costituito da sacerdoti, diaconi, suore di vita contemplativa e laici.

Grazie alla sua iniziativa furono edificate Chiese, cappelle, case di ritiro, residenze religiose e spazi per anziani e per le attività parrocchiali. Negli anni Settanta del secolo scorso si prodigò affinché la diocesi di Pavia, dove era vescovo il fratello Antonio, inviasse un gruppo di docenti e formatori per avviare un seminario in loco. Scrisse inoltre molti opuscoli informativi che stampava per mezzo della tipografia di cui aveva dotato l’Istituto Missionario da lui fondato.

Nel 1992 contribuì in maniera determinante alla fondazione di un Istituto di Scienze Religiose, nel quale lui stesso esercitò come docente. La sua intensa attività pastorale fu rallentata dai due ictus che lo colpirono nel 2000 e nel 2004 lasciandolo gravemente debilitato. Morì il 15 settembre 2008 e, dopo i funerali che videro una grande partecipazione popolare, fu sepolto nella chiesa di São João Batista.

"VISSE LA POVERTÀ SULL'ESEMPIO EVANGELICO"

"Il Venerabile Servo di Dio – spiega il Dicastero che sta seguendo il processo di beatificazione – visse completamente dedicato al servizio ecclesiale e, come presbitero fidei donum, seppe coniugare l’annuncio del Vangelo con la promozione della dignità umana in un contesto caratterizzato da estrema povertà. Nel suo apostolato traspariva l’amore per il Signore e l’ardore di trasmetterlo a quanti gli erano stati affidati nella cura pastorale. Attratto dalla missione fin da giovane, accettò in spirito di obbedienza di partire per il Brasile dove rimase sempre assiduo nella preghiera e nell’adorazione eucaristica, vivendo la carità verso il prossimo come un culto reso a Dio".

"Visitò le zone più sperdute del vasto territorio in cui esercitava il ministero, portando conforto spirituale e assistenza materiale. Tenne molte conferenze sulla Vergine Maria, seguendo da vicino il Movimento sacerdotale mariano diffusosi in America Latina. Visse la povertà sull’esempio evangelico, possedendo solo l’indispensabile per il servizio presbiterale e per la sua vita. Sin dai tempi della sua formazione accolse le disposizioni dei Superiori con disponibilità e con un atteggiamento di grande umiltà, che mantenne anche in qualità di Fondatore dell’Istituto dei Missionari del Cuore Immacolato di Maria. Visse con edificante serenità pure le sofferenze fisiche dovute agli ictus che lo colpirono, paralizzandolo e conducendolo alla morte. Da allora la sua fama di santità si diffuse in Brasile e nella sua regione d’origine in Italia, accompagnata da una certa fama signorum".

IL VESCOVO DI OZIERI: "SIAMO COLMI DI GIOIA"

Il vescovo di Ozieri, mons. Corrado Melis, celebra in questi giorni la figura di Padre Angioni ricordando la sua esperienza in seno alla piccola realtà del centro Sardegna. "Tutta la nostra Diocesi di Ozieri – scrive in una lettera mons. Melis – è colma in questi giorni di una gioia semplice e condivisa. La proclamazione a Venerabile e prossimo Beato di Padre Angelo Angioni, figlio della nostra terra e missionario in Brasile, è un dono che ci riempie di emozione e di gratitudine. Accogliamo questa notizia come una grazia che rinnova e consola la nostra Chiesa diocesana".

"Tanti lo ricordano ancora con commossa riconoscenza, testimoni delle sue virtù evangeliche, della sua fede ardente e lieta. Nella sua persona, la spiritualità profonda della Sardegna si è intrecciata con la concretezza del servizio e l’ardore missionario vissuto nella terra brasiliana. Rendiamo lode al Signore per la vita e la testimonianza di questo nostro sacerdote, Padre Angelo è un dono prezioso di Dio, la sua esistenza, segnata da una fede limpida e da una carità operosa, continua a parlare anche oggi, come invito ad amare Dio e a servire con umiltà i fratelli".

"TROVAVA LA SUA RICCHEZZA NEL DONO DI SÉ"

"La sua carità concreta, la sua attenzione ai piccoli e ai poveri, la sua capacità di educare e accompagnare fecero di lui un autentico costruttore di comunità. Nelle opere da lui realizzate si manifesta ancora oggi la forza del suo amore, la fecondità della sua preghiera e la passione per il Vangelo che animò tutta la sua vita. Molti lo ricordano per la sua povertà evangelica, vissuta con naturalezza e serenità. Possedeva solo l’indispensabile, e trovava la sua ricchezza nel dono di sé. Non cercò mai onori né riconoscimenti: bastava a lui sapere di poter servire il Signore nei fratelli".

"Chi lo ha conosciuto testimonia la sua bontà, la sua mitezza, il suo sorriso. Era un sacerdote che parlava più con la vita che con le parole, capace di accendere nei cuori il desiderio di Dio. Seppe formare generazioni di giovani, accompagnare vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, e incoraggiare laici e famiglie a vivere la fede con impegno e gioia".

"Con il riconoscimento della Beatificazione, la Chiesa dona conferma a ciò che tanti avevano già intuito nel cuore: Padre Angelo fu un sacerdote santo. In lui riconosciamo la fedeltà del Signore che, anche nella nostra comunità, continua a far germogliare semi di santità e a suscitare vite generose e luminose. Con cuore riconoscente, ci prepariamo a vivere la celebrazione della Beatificazione, dono grande per tutti: una festa di luce e di comunione, nella quale la nostra Chiesa e quella del Brasile si ritroveranno unite in un solo abbraccio di fede e di gratitudine. Il suo esempio ci aiuti a vivere con rinnovato entusiasmo la vocazione battesimale, a servire con amore e a testimoniare, come lui, che la santità è vicina, possibile, e fiorisce ovunque trovi un cuore che ama".