In Sardegna esiste una delle istituzioni più peculiari di tutta Italia: si tratta della Compagnia barracellare, un organismo di polizia rurale tipico dell’Isola, la cui nascita è attestata nel 1560. Nacquero da un’esigenza di maggiore sicurezza nelle aree rurali, quando, sotto la dominazione spagnole prima e sabauda poi, dilagava nel territorio il fenomeno del banditismo, i furti di bestiame e la scarsa presenza di forze dell’ordine statali operative. Per proteggere le campagne e garantire un minimo di sicurezza, le comunità rurali scelsero di auto-organizzarsi dando vita a compagnie armate composte da uomini fidati: erano i barracelli.

LE ORIGINI

L'etimologia del nome “barracello” avrebbe origine dallo spagnolo “barrachel”, (la stessa dell'italiano bargello, in sardo barratzellu/barracellu ): indicava una guardia armata di nomina politica, generalmente campestre. Secondo quanto riportato nel Dizionario storico etimologico Spagnolo militare, pubblicato nel 1869, ad opera del Colonnello Josè Almirante de Coronella, la prima citazione ufficiale del termine Barrachel de Campagna trova riscontro nelle ordinanze risalenti al 1536. In Spagna il Barrachel de Campagna faceva parte di un organo esercente funzioni di polizia ad ordinamento militare. Successivamente la prima citazione ufficiale dei barracelli in Sardegna risalirebbe al 1570-72 circa.

Queste prime compagnie, come detto, nascono come risposta pragmatica a un quotidiano fatto di insicurezze. I barracelli pattugliavano i campi, vigilavano sulle greggi, contrastavano i furti e intervenivano in caso di danni o incendi. La loro forza stava anche in un principio di responsabilità collettiva – l’addòbbiu – che li rendeva economicamente garanti dei beni che accettavano di proteggere, un meccanismo quasi assicurativo ante litteram che contribuiva a consolidare il patto di fiducia con la comunità.

Territorialmente, la compagnia con queste specifiche mansioni ha avuto quasi sicuramente origine fra Sassari e Alghero. Nel capoluogo turritano, nel XVI secolo, si ha la prima citazione significativa con la quale il sindaco chiedeva al Parlamento che il sistema dei barracelli fosse esteso a tutta la Sardegna a causa del grave stato di ordine pubblico nelle aree rurali.

Recitava così: “Affinché gli abitanti del Regno possano con più profitto occuparsi della coltivazione della terra ed essere signori dei loro averi, del bestiame, dei seminati [...] e affinché i contadini possano con più sicurezza risiedere fuori dai centri abitati, per occuparsi meglio dell'agricoltura, del bestiame e delle altre attività [...] piaccia a V.S. ordinare che nel resto del Regno, come già nel Capo di Logudoro, si istituiscano i barincellos ovvero justitia de campana, con la giurisdizione, i poteri e le altre cose che a V.S. sembreranno più opportune, affinché possano e debbano perseguire i ladri, i malfattori e i banditi che vanno per la campagna [...] e che i salari dei detti barinjellos vengano tratti dalla summa del servei del parlament”.

CONFERMA E CONSACRAZIONE 

Con la nascita del Regno sabaudo sull’isola, nel Settecento, l’utilità dei barracelli fu tale da portarli alla prima regolamentazione ufficiale. Nel 1767 Carlo Emanuele III emanò un regolamento che riconosceva formalmente queste compagnie, fissandone compiti e procedure. Un successivo riordino del 1827 rafforzò ulteriormente il loro ruolo, inserendoli a pieno titolo nel sistema di controllo rurale.

Durante tutto l’Ottocento, i barracelli diventarono una figura familiare nelle campagne sarde: si occupavano della sorveglianza delle proprietà agricole, garantivano l’ordine nelle zone rurali, vigilavano sulle recinzioni, sulle acque, sulle vigne e sui pascoli, intervenendo persino negli incendi boschivi. Con l’unificazione italiana molte funzioni di ordine pubblico passarono ai carabinieri e alle guardie forestali. Nonostante questo, la compagnia barracellare non scomparve, perché la sua presenza, radicata nella realtà locale, continuava a essere considerata insostituibile.

Anche nei decenni successivi, persino durante il fascismo, quando si tentò di uniformare ogni forma di vigilanza, molte compagnie continuarono a operare con regolamenti comunali, mantenendo viva una tradizione secolare. La definitiva consacrazione istituzionale arrivò nel 1988, quando la Regione Sardegna riconobbe i barracelli come corpo volontario comunale con funzioni di polizia rurale e ambientale.

Oggi operano sotto la responsabilità del sindaco e continuano a svolgere attività di vigilanza nelle campagne, collaborano nella prevenzione agli incendi, intervengono nella tutela ambientale, partecipano alla protezione civile e affiancano la polizia locale durante manifestazioni ed eventi pubblici. A guidare ogni compagnia c’è ancora il capitano, nominato dal consiglio comunale, figura elettiva che incarna la continuità con la tradizione storica.

UNICUM

Quando si parla dei barracelli, si ricorre spesso alla formula suggestiva che li vuole come “il corpo di polizia rurale più antico d’Europa”. La verità storica appare più sfumata, ma con le dovute precisazioni può certamente avvicinarsi a questa definizione. Tuttavia, al di là dell'assegnazione o meno di primati cronologici assoluti, ciò che davvero distingue i barracelli è la loro continuità nel tempo: un’istituzione nata nelle comunità rurali del Seicento, regolamentata dall’autorità sabauda nel Settecento e sopravvissuta, senza mai estinguersi, a rivoluzioni politiche, mutamenti sociali e trasformazioni statali.

In questo senso i barracelli rappresentano un autentico unicum nel panorama internazionale. Non sono un corpo di polizia nel senso moderno del termine, e non lo sono mai stati: sono l’eredità vivente di una forma di organizzazione comunitaria che ha saputo integrare elementi di vigilanza, responsabilità collettiva e mutualità in un sistema che, per quanto radicato nella tradizione, continua ancora oggi ad adattarsi alle esigenze del territorio. Nessun altro corpo di polizia locale, in Europa, conserva una simile storia ininterrotta, né un legame così saldo con le comunità che l’hanno generato.

Per questo la loro presenza nelle campagne sarde non rappresenta soltanto una funzione amministrativa, ma un capitolo identitario della storia dell’Isola. I barracelli testimoniano la capacità - e la volontà - di difendere il proprio territorio attraverso strumenti costruiti dal basso, mantenuti nel tempo e riconosciuti dalle istituzioni solo in un secondo momento. La loro esistenza, oggi come ieri, è il segno che la Sardegna, pur dentro le trasformazioni della modernità, custodisce ancora una parte del suo passato più autentico.