Mi chiamo Claudia e sono una docente precaria della scuola secondaria. Faccio parte di un movimento di insegnanti che lotta per la tutela dei diritti fondamentali sorto su whatsapp. 

Dal 1 settembre 2021, la Certificazione verde Covid-19, sarà richiesta in Italia per il personale scolastico e universitario e gli studenti universitari. La Certificazione deve attestare di aver fatto almeno una dose di vaccino oppure essere risultati negativi ad un tampone molecolare antigenico o rapido nelle 48 ore precedenti oppure essere guariti da Covid-19 nei sei mesi precedenti. 

Noi docenti non vogliamo essere chiamati no-vax, pretendiamo chiarezza sui vaccini sui quali è lecito avere dubbi e timori. Questo è un provvedimento che coinvolge non solo gli insegnanti ma anche i collaboratori scolastici, assistenti amministrativi, siamo contrari al green pass e alle normative anticostituzionali contenute nel decreto legge 111/2021, il quale prevede che il personale della scuola o delle università sprovvisti di Certificazione verde Covid-19 subiranno la sospensione del rapporto di lavoro e non riceveranno alcuna retribuzione. 

È vero che chi fa il vaccino ha meno probabilità di ammalarsi, ma il tampone antigenico non può rappresentare l'unica alternativa. Il problema non è la caccia all'untore ma la salvaguardia dei diritti. Sta alla sensibilità di ognuno di noi se contribuire a questa campagna vaccinale oppure avere delle riserve fino a quando la scienza medica non offre maggiori garanzie. Non ci si può sottoporre ogni 48 ore ad un tampone, mentre chi è vaccinato potenzialmente può contagiare o contagiarsi. 

Chi controllerà il passaporto verde dei dirigenti scolastici e dsga? Presidi come ispettori per la salute: tutto ciò non è ammissibile, i presidi svolgono un compito di leadership educativa e pedagogica, ogni distrazione potrebbe causare un danno e non può essere individuato il dirigente per un adempimento che non attiene al suo ruolo. Ad oggi in Sardegna, il personale scolastico vaccinato rappresenta il 67,07%, una tra le regioni d'Italia che annoverano il più basso numero di immunizzati. 

Manca poco all'inizio del nuovo anno scolastico, sappiamo che l'immunizzazione da sola non è sufficiente per scongiurare l'ipotesi di quarantene e chiusure delle scuole a fronte della positività di studenti, insegnanti o personale degli istituti. I tamponi salivari molecolari possono essere un valido supporto per monitorare la situazione delle comunità scolastiche ed evitare il ricorso alla didattica a distanza. 

Auspichiamo che le Regioni e la Regione Sardegna possano optare per scelte simili e contare sul sostegno finanziario dello Stato. Noi vogliamo i test salivari a campione sugli studenti che torneranno in classe, ma anche il personale scolastico deve essere coinvolto nello screening. Bisogna scongiurare la tortura del fastidioso, doloroso e rischioso tampone molecolare ogni 48 ore, qualcosa di disumano! 

Il test salivare è di semplice utilizzo: il tampone somiglia ad un "lecca-lecca" che si inserisce in bocca e la spugnetta assorbe la saliva. Noi vogliamo lo screening per tutti, estendiamolo a tutte le scuole!