La vicenda di Maddalena Carta, il medico di base di Dorgali stroncata da un malore nel suo studio dopo aver trascurato un dolore allo stomaco a causa dei lunghi e improrogabili turni di lavoro, continua a far discutere e commuovere l'opinione pubblica.

Nel corso dell'ultima puntata della trasmissione In altre parole, in onda su La7, il conduttore Massimo Gramellini ha dedicato il suo consueto monologo di chiusura proprio alla donna, aprendo a una profonda riflessione sulle controversie del sistema sanitario nazionale.

UN SOGNO FIN DA BAMBINA

"Mi chiamo Maddalena Carta – ha esordito Gramellini dando voce alla vittima –, ho 38 anni e un'antica passione per Valentino Rossi, ma ne ho anche una per la medicina. Sono una dottoressa da sempre, da quando ero bambina e con gli oggetti trovati in casa costruivo un finto stetoscopio che appoggiavo alla pancia del mio fratello più piccolo per ascoltargli il cuore, e il bello è che lui mi credeva".

"Sono diventata dottoressa pensando a Patch Adams, ricordate? Quello che seguiva i bambini malati, quello con il naso da clown che diceva: Quando curi una malattia puoi vincere o perdere, ma quando curi una persona vinci sempre. È una frase che mi è rimasta scolpita dentro".

SORRIDO PERCHÉ AMO IL MIO LAVORO

"Lavoro a Dorgali, un paese in provincia di Nuoro e i miei pazienti sono 1.800. Un carico enorme, a cui vanno aggiunti anche i bambini. Nel mio paese il pediatra ci sarebbe pure, ma alcune mamme e alcuni papà preferiscono mandarli da me perché dicono che il mio sorriso li fa stare bene. E io sorrido perché amo il lavoro che faccio: il medico di base. Un lavoro che nessuno vuole fare più, io invece credo che sia una specie di missione".

UN'APP PER AIUTARE I PAZIENTI

"Comincio a visitare presto la mattina e finisco quando è notte fonda. Per ridurre le file e i tempi di attesa mi sono anche inventata un'app, ma ho pensato che non tutti gli anziani sono capaci a usare la tecnologia, così ho inventato la voce 'Prenota per un'altra persona' e ha avuto molto successo. Le rare volte in cui torno a casa prima di mezzanotte, mio fratello mi prende in giro perché è un fatto eccezionale. Anche mamma e papà mi aspettano svegli tutte le notti ma fingono di dormire, per non farmi preoccupare".

UN DOLORE FORTISSIMO

"Ormai sono abituata a questa routine, ma l'altro giorno, mentre visitavo una paziente, mi sono sentita male. Un dolore fortissimo intorno allo stomaco, forse mi sarei dovuta prendere mezza giornata di riposo. Ma quando ho visto fuori la fila in corridoio non ce l'ho fatta e mi sono iniettata un antidolorifico da sola. Non ha fatto effetto, così ho chiamato mio fratello perché venisse a prendermi e mi portasse a casa, dove non ho smesso un attimo di vomitare".

"La notte è passata, ma stamattina non mi sento ancora bene. Secondo mio fratello dovrei mettere un annuncio fuori dallo studio e riposare, ma come si fa? Le persone hanno bisogno di me. Chi mi sostituisce? In paese siamo tre medici, ma uno si è rotto il bacino e l'altro è in malattia: adesso ho anche i loro pazienti sulle spalle".

"NON TE NE ANDARE, MADDY"

"La nausea mi ribalta lo stomaco, ma se a pranzo stacco un paio d'ore, dopo mi riprendo di sicuro. Lavoro, mi riposo, poi ritorno al lavoro. Ricomincio alle 4 del pomeriggio ma il dolore non se ne va, devo restare concentrata sui pazienti, a me penserò dopo".

"Ecco, adesso è sera, l'ultimo paziente di oggi è uscito, posso finalmente lasciarmi andare. Quando arriva mio fratello mi trova piegata in due dal dolore, capisce subito e chiama l'ambulanza. Sento solo che mi dice: Non te ne andare Maddy, come facico senza di te?".

"Sono davvero troppo stanca, e così chiudo gli occhi. Mi chiamavo Maddalena Carta, avevo 38 anni ed ero un medico di base. Sono morta sul campo, non so ancora di cosa, facendo quello che amavo con il rimpianto che, se le cose in Italia funzionassero meglio, forse avrei continuato a farlo ancora".