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Si è tenuto nei giorni scorsi, al Villino Ricci di Sassari, il convegno “Il sacro, la memoria, il tempo”, organizzato dall’Istituto di Studi e Ricerche Camillo Bellieni Un’iniziativa che ha visto la presenza di filosofi, teologi, scienziati e artisti che si sono confrontati sul valore della società contemporanea.
Tra i relatori Gaspare Mura della Pontificia Università Urbaniana, ha parlato dell’ambiguo ritorno del sacro nella cultura post moderna. Un collegamento tra la sacralità e i valori umani è stato fatto da monsignor Corrado Melis, vescovo di Ozieri.
“C’è un ritorno verso la spiritualità necessario non solo al fine di recuperare la dimensione divina – ha sottolineato l’alto prelato – ma anche quella umana, che trasversalmente abbraccia le nostre relazioni e i valori”.
La sacralità dell’arte è stata l’oggetto dell’intervento di Roberto Puzzu mentre il tema del tempo è stato approfondito dal punto di vista delle neuroscienze dalla docente dell’Uniss Franca Deriu,
Daniela Masia, dirigente delle Acli di Oristano, ha proposto un’analisi sul tempo della collettività e quello dell’individualità. L’intervento conclusivo è toccato a Michele Pinna, direttore scientifico Is.Be, che ha illustrato la sacralità del vivere e morire in Salvatore Satta. Per l’occasione è stata esposta una copia della sacra sindone a grandezza naturale.